Piombo in oro
Lโagnello che porta il peccato del mondo, che assume su di sรฉ il dolore del mondo, il Figlio di Dio che ci viene incontro, che porta lโannuncio nelle periferie della Storia, lร dove nessuno vuole stare, che ci invita ad andare dietro di lui, a pescare tutta lโumanitร che abita noi e negli altri, oggi parla ai nostri cuori, riassume tutta la logica di Dio in unโunica, memorabile pagina.
Insopportabile.
Una pagina talmente destabilizzante da essere insostenibile, dallโessere sconosciuta alla maggior parte dei cristiani.
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Forse perchรฉ troppo difficile o, comunque, non applicabile. Forse perchรฉ i predicatori stessi lโhanno stravolta, riducendola ad una sorta di illusorio elenco di buoni propositi etici.
Eppure la pagina delle beatitudini รจ fuoco che divampa, a saperla leggere.
Perchรฉ racconta cosa pensa Dio della felicitร . E come si fa a raggiungerla.
Il Dio felice, che ci vuole felici, che non ce lโha con me, mi indica una strada. E che strada.
Perchรฉ descrive, piรน di ogni altra pagina del Vangelo, la profonda identitร di Gesรน, il primo a vivere quanto annuncia, il primo beato nella logica del Padre.
Elogio della disgrazia
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Forse la ragione per cui questa pagina รจ cosรฌ colpevolmente ignorata da noi discepoli รจ che, ad una prima lettura superficiale, elogia la sfortuna, esalta la disgrazia, la scalogna, la iella, confermando lโidea, molto diffusa, che i cattolici siano delle madonnine infilzate e piangenti.
Gesรน definisce beati, cioรจ felici, coloro che sono poveri, che piangono, che sono perseguitatiโฆ
Ma scherziamo?
Chi vive nella povertร o nel pianto, chi รจ perseguitato non รจ felice. ร nella tristezza piรน cupa. E il rischio, decisamente diffuso, รจ che, leggendola, molti pensino che il cristianesimo esalti il dolore, ci inviti alla sofferenza, alla sopportazione. Come se Gesรน ci chiedesse di piegare la testa, di andare avanti, sopportando ogni nefandezza, quasi che la rassegnazione piacesse a Dio (e, purtroppo, รจ la greve testimonianza che rendono molti cattolici).
Non รจ cosรฌ. Dio non ama il dolore, nรฉ ci invita alla rassegnazione.
E quando Gesรน parla di felicitร , usa il verbo futuro.
Perchรฉ รจ verso il futuro che dobbiamo guardare per essere felici.
Non ci aspetta una ricompensa in paradiso per avere sopportato il dolore. Ma vivere in una certa logica, anche se costa dolore e fatica, รจ la direzione giusta per entrare nella felicitร di Dio.
Beati
Beati i poveri in spirito, perchรฉ di essi รจ il regno dei cieli.
Beati quelli che sperimentano il proprio limite senza ignorarlo, minimizzarlo, enfatizzarlo. Beati coloro che sanno che le risposte alle tante domande che sorgono dal nostro cuore non sono dentro di noi ma fuori di noi, in Dio. Beati coloro che non vivono nellโapparenza, facendo finta di essere migliori di ciรฒ che sono, ma che hanno il coraggio di accogliere anche le ombre di sรฉ e degli altri, di sperimentare la povertร interiore, perchรฉ quella รจ lโunica strada per lasciar spazio a Dio.
Beati quelli che sono nel pianto, perchรฉ saranno consolati.
Beati coloro che non si piangono addosso, che non passano il tempo a lamentarsi, che non si sentono perseguitati da Dio o dagli altri, che non vivono passivamente il dolore. Beati coloro che si lasciano consolare, non compatire. Che sanno mettersi in relazione con gli altri per non stare da soli. Che guardano oltre alla sofferenza che sperimentano. Beato chi scopre che la vita รจ preziosa agli occhi di Dio, che nessun uomo, mai, รจ solo e abbandonato, che anche i capelli del nostro capo sono contati (Mt 10,30) e le lacrime raccolte (Sal 56,9), perchรฉ il Dio di Gesรน protegge i passeri che si vendono per due spiccioli (Lc 12,6). La sofferenza, allora, non รจ la parola definitiva della vita. Di nessuna vita.
Beati i miti, perchรฉ avranno in ereditร la terra.
Beati quelli che vedono sempre il lato buono delle cose, e usano parole e pensieri di luce, di pace, di mitezza. Senza essere svaporati, senza essere degli illusi, senza essere delle vittime passive. Ingenui, certo, nel senso etimologico del termine: nati liberi. Beati coloro che cercano sempre di cucire, non di strappare, di gettare ponti, non di erigere muri, perchรฉ la terra รจ loro ereditร , un terra abitata, non un cimitero deserto.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perchรฉ saranno saziati.
Beati quelli che non cedono alle tante ingiustizie che nascono dallโanimo umano incline alla tenebra. Beati quelli che non commettono ingiustizia e cercano di essere retti davanti a Dio e agli uomini. Beati quelli che ancora desiderano perchรฉ il loro desiderio sarร colmato.
Beati i misericordiosi, perchรฉ troveranno misericordia.
Beati quelli che, come Dio, guardano alla miseria col cuore, che non giudicano sรฉ e gli altri impietosamente, che chiedono responsabilitร e coerenza ma che non fanno della giustizia e della coerenza un idolo. Se giudicano gli altri con veritร e compassione troveranno veritร e compassione per loro stessi.
Beati i puri di cuore, perchรฉ vedranno Dio.
Beati quelli che non vedono il male ovunque, che non usano malizia nei loro giudizi, che non vivono nellโinganno. Per vedere Dio necessitiamo di un cuore trasparente e puro, come il suo. Uno sguardo torbido non vede mai lo sguardo di Dio.
Beati gli operatori di pace, perchรฉ saranno chiamati figli di Dio.
Beati quelli che non cedono allโodio e alla violenza, che costruiscono la pace a partire dal proprio cuore, che non si lasciano divorare dalla rabbia. Sono chiamati e sono figli di Dio anche se appartengono ad altre fedi, ad altre convinzioni, perchรฉ solo il vero volto di Dio suscita desideri di pace nel cuore delle persone.
Beati i perseguitati per la giustizia, perchรฉ di essi รจ il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perchรฉ grande รจ la vostra ricompensa nei cieli. Cosรฌ infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.
Beati quelli che si assumono le proprie responsabilitร , che non scaricano sugli altri, che hanno il coraggio di pagare fino in fondo le proprie scelte, e anche i propri errori. Beati i discepoli che non rinnegano la loro fede per paura.
Urca
Ecco, cosรฌ ha vissuto Gesรน, lo sappiamo.
ร morto perchรฉ ha vissuto fino allโultimo queste beatitudini.
E ora tocca a noi, se vogliamo.
Giorno per giorno, un pezzo di beatitudine alla volta, per cambiare il nostro cuore, per convertire noi stessi e il mondo, per cambiare il nostro sguardo, per allargare la nostra tenda.
Noi poveri, che non ci fermiamo al pianto, miti, assetati di giustizia, misericordiosi, trasparenti, pacificati, disposti a portare le conseguenze delle nostre scelte.
La sfida รจ lanciata.
O Gesรน รจ un folle senza speranza, o ha ragione.
Allora vale la pena di rischiare.
E di seguirlo.
Non per uno eroico e titanico sforzo, ma perchรฉ, lasciandoci amare, configuriamo la nostra vita a Cristo e realizziamo il capolavoro che siamo.
Lui, lโalchimista, il solo che puรฒ far di me un capolavoro, trasformando il piombo in oro (cfr. The Sun).
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