Passeri e rondini
Sono tornate le rondini, dalle mie parti. Mancavano da tempo. Ma in questa state ormai imminente, dal mio rifugio alpino, le sento volare sopra i tetti in pietra delle case.
Libere, felici, disegnano ampi cerchi, inseguendosi.
Chiudo gli occhi (anzi: lโocchio) e ascolto e mi lascio istruire da loro.
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Ho tanto da imparare. A superare la paura anzitutto.
La paura che ci avvelena la vita, la paura che, strisciante, ci riempie di ansie e ci impedisce di gioire e di credere e di crescere. A questa umanitร impaurita, a me, fragile discepolo, il Maestro rivolte ancora un invito.
E, sorridendo, mi (ci) consegna una Parola che illumina, incoraggia, scuote.
Non abbiate paura.
Noi discepoli siamo capaci di non avere paura.
Perchรฉ abbiamo scoperto che Dio sa.
Perchรฉ abbiamo scoperto di valere.
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Perchรฉ ci siamo accorti di essere agapetoi, amati.
Non abbiate paura
Per tre volte in pochi versetti (10,26.28.31) Gesรน ci chiede di non avere paura.
La prima paura da fuggire รจ di loro, cioรจ di coloro che accusano Gesรน e noi di essere del demonio, della tenebra. Di coloro che giudicano. Di coloro che, puntando sui troppi scandali, sulle troppe incoerenze, sullโinadeguatezza, accusano la Chiesa di essere al capolinea. E Dio solo sa quanto ci sta divorando questa paura, quanto lo scandalo della pedofilia, ancora minimizzato nel nostro paese, e le troppe incoerenze pesano sulla nostra credibilitร . Allora, avendo la coda di paglia, temiamo il giudizio sulla Chiesa che molti ci rivolgono con rabbia. Come se esistesse la Chiesa e non, piuttosto, i discepoli.
ร una paura radicata e diffusa che, addirittura, rischiamo di santificare credendola devota e gradita a Dio quando, confondendo umiltร con arrendevolezza e depressione, pensiamo di non valere nulla. Essere giudicati dagli altri, dover dimostrare di valere, dimostrarlo anche a noi stessi, rischia di farci sprofondare nella paura. Gli altri ci vedono male, ci vedono come il male, giudicano ciรฒ che facciamo.
ร un percorso lungo e doloroso quello dellโautostima e Gesรน ne suggerisce la direzione: dallโintimo al pubblico, da dentro a fuori. Dio solo conosce e vede con autenticitร ciรฒ che siamo, ciรฒ che desideriamo, davanti a lui tutto รจ nudo e intellegibile. Questa parte curiamo di noi, senza preoccuparci troppo del giudizio degli altri.
Il modo che abbiamo di uscire da questo giudizio severo e, purtroppo, fondato, รจ tornare ad essere discepoli, trasparenti e veri.
La seconda paura รจ nei confronti di coloro che uccidono il corpo. E quanti ce ne sono! Coloro che ci sfiniscono, che pretendono (dalla linea, alla bellezza, al carattere, di nuovo in pieno nel giudizio!). Siamo sempre connessi, ci consegniamo al tribunale degli altri, sui social tutti giudicano tutti. Il fantastico mondo della libertร รจ diventato il mondo che ci rende schiavi. Il rischio, ammonisce Gesรน รจ di concentrarci talmente tanto su questi giudizi da dimenticare che abbiamo unโanima, dono di Dio. Quanto รจ trascurata la nostra anima!
La terza paura รจ quella di non valere. Di non essere amati, di essere sbagliati, di essere inutili, superflui, uno fra miliardi, un nulla assurdo e senza senso. E cedere alla follia del mondo che ci propone di emergere, di contare, costi quel che costi. Lโunica cura รจ la meditazione dei passeri!
Guardate i passeri
Cโรจ una preziosa indicazione che, oggi, il Maestro ci rivolge per superare la paura e il giudizio, per non lasciare che la nostra anima, la nostra parte piรน preziosa, che ci identifica, muoia: guardate i passeri (e le rondini).
Non contano niente, i passerotti. Due passeri si vendono per un soldo, pochi centesimi.
Eppure Dio li conosce. E mi emoziona e spaventa un Dio capace di conoscere i passeri, di amarli, di accudirli. Mi emoziona e mi spaventa un Dio che conosce anche i capelli del mio capo.
Come resistere nella paura? E nella tentazione? E davanti alla diffidenza che avvelena le relazioni?
Confidando nel Dio che ci conosce e ci ama, che conta i capelli del capo e le vicissitudini dei passeri.
Dio ci conosce, ci protegge, non permette che ci perdiamo, che ci lasciamo travolgere dalla paura.
E il passero non cade a terra perchรฉ Dio lo vuole, come traduce erroneamente il nostro testo, ma il passero non cade in terra lontano da Dio.
Davanti alle accuse, alla paura, al disfacimento del nostro mondo, ancora una volta siamo chiamati ad avere unโimmensa fiducia nel Padre.
Testimonianza
Questo รจ il tempo della testimonianza.
Di credere, non di cedere.
Questo รจ il tempo di rimettere al centro la nostra fede. Gesรน ci chiede di riconoscerlo davanti agli uomini. Di rendere visibile, rintracciabile la nostra fede. A volte anche con le parole. Ma, sempre, con la vita e con le scelte, con lโattenzione e la costanza, vivendo la nostra vita con la leggerezza di chi ha scoperto un Dio che ama i passeri.
Un secondo aspetto, giร accennato, รจ la possibilitร di far morire lโanima.
Abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e lโanima e il corpo.
Gesรน dร delle indicazioni: il corpo portato nelle Geenna, una delle vallate ai piedi di Gerusalemme, mai abitata perchรฉ in passato vi si praticavano sacrifici umani e, al tempo di Gesรน, era usata come immondezzaio, spegne lโanima.
Se lasciamo scivolare il nostro corpo, cioรจ la nostra vita, il nostro pensiero, il nostro giudizio, verso lโimmondizia, e il sacrificio degli altri, mancando di rispetto, svalutando le persone e le cose, uccidiamo la nostra anima.
Occuparsi del corpo, delle emozioni, delle relazioni, coltivandole e onorandole, significa nutrire lโanima. Di coloro che ci spingono verso la Geenna dobbiamo avere paura! Di coloro che vedono il male ovunque, che disprezzano la vita, che la irridono e la annientano, dobbiamo avere paura!
Si tratta di custodire i corpi, di coltivare lโanima!
Non cade foglia
Dio sa, Dio conosce.
Ma non determina a priori il nostro cammino, non assiste, distratto, alle nostre vicende e alle nostre disgrazie, non รจ un burattinaio che tutto decide a prescindere.
Non cade foglia che Dio non voglia.
Non รจ cosรฌ. Bisognerebbe correggere questo detto popolare.
Non cade foglia che Dio non sappia.
E se anche il passero cade dal nido delle sue mani, come scrive magnificamente lโamico Ermes Ronchi, Dio รจ pronto a riprenderlo e ad accudirlo. Io valgo. Valgo piรน di molti passeri, dice il Signore.
Dio ci ama, perciรฒ siamo liberi, anche di cedere alla paura, al giudizio, anche di lasciar appassire lโanima.
Dio non vuole le guerre, i morti per fame, lโegoismo delle nazioni, lโarroganza e la violenza. Ci ha creati liberi per fiorire, non per tagliare le radici di chi ci sta accanto.
Dio non vuole che ci distruggiamo.
E noi?
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