Paolo Curtaz โ€“ Commento al Vangelo di domenica 24 Marzo 2024

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รˆ tempo

รˆ arrivata, lโ€™ora. รˆ tempo.

Sarร  innalzato da terra, sospeso, osteso.

Cosรฌ Dio mostrerร  quanto ha amato il mondo. Cosรฌ scopriremo di essere amati. Fino a che punto. Senza poterne piรน dubitare.

Quanto amore donato in trentโ€™anni! Quanta passione nella sua predicazione. Quanto bene condiviso! Quante parole rimaste! Quante paure sciolte! Ma รจ tempo.

Guarda a ovest, il Signore, alle spalle, sulla cima della collina, Betfage si sveglia dal sonno notturno. Sospira, chiude gli occhi, prega. 

Chiede forza. Piรน forza.

รˆ tempo.

Scende dal Monte degli Ulivi con i suoi. 

La strada รจ ripida e Gerusalemme, la santa, la sposa, mostra tutto il suo splendore. 

Arrivano al Cedron, ora. Alle loro destra il frantoio dellโ€™orto dei genitori di Giovanni Marco, luogo in cui volentieri Gesรน si ritira in preghiera, Gat Shevanim.

La gente nei campi lo riconosce, si avvicinano, festanti. 

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Ride, il rabbรฌ, divertito. I bambini gli corrono avanti gridando e agitando i rami dโ€™ulivo appena potati.

Osanna al figlio di Davide!, grida qualcuno. Osanna! Ripetono altri.

La festa cresce mentre salgono verso la porta Aurea.

Eccoti, Maestro. Eccoti.

Non prendi possesso della cittร  cavalcando un bianco destriero preceduto da stendardi.

Un re da burla, che si prende poco sul serio, che prende in giro le nostre aspirazioni di gloria, che rimette al loro posto i nostri titoli e le nostre onorificenze, i nostri successi e le nostre ossessioni.

Osanna a te mio bene, mio cuore, mio Re.

Osanna a te che stai andando a consegnarti alla morte per salvarmi.

Osanna Maestro che mi insegni a vivere.

Osanna a te che mi hai fatto scoprire amato e prezioso, che mi rendi capace di amare.

Osanna.

La grande settimana

Commento al vangelo del 24 marzo 2024

Leggeremo il brano della passione di Marco, questa domenica. 

Un poโ€™ mi spiace perchรฉ significa che gran parte del popolo cristiano si perderร  il Triduo pasquale. Arriveranno domenica prossima per prendere Pasqua, un poโ€™ come essere invitati ad un banchetto nuziale e degustare aperitivoโ€ฆ e digestivo.

La Chiesa, invece, rallenta il passo in questi giorni.

Sincronizza il proprio orologio con le ultime ore di Gesรน. Cosรฌ, in questa settimana, mentre andiamo al lavoro potremo pensare allo stato dโ€™animo di Cristo, fare nostri i suoi sentimenti, come direbbe san Paolo. Emozioni, scelte, scoraggiamento, fedeโ€ฆ come ci sentiremmo noi in una settimana cosรฌ cruciale. La settimana in cui tutto si evolve e si conclude, in cui tutto si riassume, in cui tutto fiorisce e cresce.

La settimana in cui Dio muore per amore.

Siateci, se potete. Organizzate il tempo per esserci, per celebrare con quel che resta della comunitร , per pregare insieme. Giovedรฌ e quella cena, prima di una lunga serie, in cui Gesรน si fa pane. Quella notte di lunga preghiera nel Getsemani e noi, defilati, a pregare con lui. Quel venerdรฌ mattina drammatico in cui Gesรน viene appeso. Quello straziante pomeriggio di disperazione dei discepoli. E il sabato, la lunga notte di attesa, la quiete prima della tempesta. Poi la veglia pasquale, la notte insonne, la notizia. 

Marco

Ascolteremo comunque la lettura della Passione.

Provate a sedervi ed ascoltare. Con attenzione. Anzi, oso. Riprendete in mano il testo quando arrivate a casa. Leggete con calma, rappresentate la scena, individuate i dettagli.

E riconoscetevi.

Non leggiamo la Passio per emozionarci, cosรฌ abituati alla morte che ci giunge ogni giorno mentre ceniamo, che vediamo nei nostri film truculenti. Lo facciamo per riconoscerci, perchรฉ ci siamo.

Siamo con i discepoli, attoniti e spaesati, vigliacchi e pavidi, incapaci. Eppure scelti dal Maestro per fare con lui esperienza di morte e resurrezione.

Il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro, la fuga degli altri, il goffo tentativo di usare la violenza per difenderlo.

Incapaci, inadeguati, inetti, idioti.

Come me. Come noi. Fragili discepoli, marinai inesperti nel condurre la barca della Chiesa. Eppure voluti dal Signore per essere testimoni.

Non i migliori, non gli eroi, ma proprio i meno adatti Dio sceglie per manifestare appieno la sua potenza.

Siamo come la folla che un giorno grida osanna e lโ€™altro grida crocifiggilo!, ondivaghi e manipolabili.

O come il Sinedrio che vuole solo far fuori Gesรน che potrebbe incrinare il fragile equilibrio finalmente raggiunto con Roma, niente di troppo personale, quindi.

O come Pilato, irritato da quel popolo riottoso e incomprensibile, da quelle beghe teologiche assurde e inutili. Giustiziere per conto dellโ€™aquila romana, dio in terra capace di determinare chi deve vivere e chi morire.

O come i soldati, gli aguzzini, quasi tutti samaritani, ben contenti di sfogare il loro istinto bestiale sugli inermi e odiati giudei.

O come le donne affrante sotto la croce.

O come Giuseppe di Arimatea, che ha da offrire al suo Maestro solo una tomba gelida.

Poi perรฒ

Alzate lo sguardo a colui che รจ stato innalzato.

Che muore come ha chiesto a noi di vivere.

Che ama, straziato, donando tutto di sรฉ.

Che svela Dio.

E questo illumina ogni dolore, ogni paura, ogni stanchezza.

Siateci, amici.

Perchรฉ ci siamo giร  tutti in quel racconto.

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Mc 15, 1-39 | Paolo Curtaz 18 kb 22 downloads

Domenica delle Palme โ€“ Mc 11,1-10 / Is 50,4-7 / Fil 2,6-11 / Mc 15, 1-39 (formaโ€ฆ

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