Amore ultimo
Ne parlavo nei giorni scorsi con un caro amico, psicoterapeuta.
Ci scambiavamo dei punti di vista, cercavamo punti di contatto.
Innegabile, per entrambi, notare la crisi profonda, dolente, deprimente che stiamo vivendo. Un mondo che sta svanendo senza apparentemente lasciare spazio a qualcosa di nuovo e bello. Nemmeno i valori principali, lโinnamoramento, la relazione, sono condivisi e molte coppie affrontano drammatiche e conflittuali separazioni.
Perchรฉ?, chiedo.
Aspetta qualche istante a rispondermi. Perchรฉ si investe troppo nella coppia, nellโaltro, si pensa che sia la soluzione a tutti i problemi.
La si fa diventare una realtร ultima, aggiungo io.
Si chiede ad una realtร penultima di colmare il nostro infinito bisogno di infinito.
Esattamente quello che dice il Vangelo di oggi.
Traumi
Lโevangelista scrive dopo a distruzione del tempio di Gerusalemme del 70 d.C.
Un evento traumatico per tutti gli ebrei, per i rivoltosi che hanno scatenato le ire di Roma, e per la stragrande maggioranza della popolazione inerme che fugge davanti ai pilum della Legio X Fretensis che rade tutto al suolo.
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I sopravvissuti dallโassedio della cittร santa, quasi tutti farisei, si incontrano a Yamnia e cercano di radunarsi intorno a quanto resta del giudaismo. E, nel farlo, pongono le distanze e maledicono i nemici. Nellโelenco figurano anche i seguaci del Nazareno, i nazrim.
ร un momento drammatico per i discepoli, immaginate: dallโoggi al domani sono guardati con odio dagli stessi famigliari.
La comunitร di Matteo รจ stordita, attonita. E lโevangelista si ricorda delle parole dette dal Maestro a quanti lo seguivano fino troppo allegramente, senza rendersi conto delle reali esigenze della sequela. Cosรฌ, dopo avere detto di essere venuto a portare il fuoco sulla terra, aggiunge le parole che oggi abbiamo ascoltato.
Parole magnifiche. E durissime.
Amare di piรน
Ai discepoli che, a causa della propria fede in lui, vedono critiche e giudizi pesanti allโinterno della propria famiglia, Gesรน pronuncia parole di consolazione.
Il verbo amare usato da Gesรน durante i suoi discorsi รจ legato alla philia, lโamore naturale.
Quando parla di amore nei suoi confronti, invece, parla di agape, dellโamore riflesso di Dio.
Gesรน non pone una contrapposizione, non chiede di disprezzare i famigliari ma propone una classifica di intensitร di amore: lโamore connaturale per i famigliari รจ e resta emanazione/simbolo/rappresentazione dellโamore divino.
E rassicura i suoi: lโamore che egli ci dona, e che siamo in grado di restituire, รจ di unโintensitร che nessun amore umano (bello, straordinario, immaginifico), รจ in grado di sostituire.
Qualunque esperienza affettiva ed emotiva, qualunque sentimento che sperimentiamo verso una persona (amante, figlio, genitore, amico) รจ e resta realtร penultima.
Gesรน esige, pretende di essere il riferimento ultimo perchรฉ allโorigine di ogni amore.
Questo amore che qui viviamo รจ riflesso straordinario ed interessante, gioioso e corposo di quellโaltro amore ben piรน consistente.
Essere compagni di viaggio, dono per la scoperta della realtร piรน forte e profonda: a questo รจ finalizzata ogni relazione.
Confondere i piani, aspettarsi dalla philia che colmi il cuore รจ foriero di gravissime conseguenze.
Questo dice il Signore ai nostri cuori smarriti: sappiatevi amati, scopritevi amati. Imparate a mettere questo amore allโorigine delle vostre scelte. E, se lo volete, scegliete di amare, lasciando tracimare lโamore che ha colmato i vostri cuori.
Lโamore รจ esperienza magnifica e totalizzante.
Ma esiste un amore piรน grande. Il suo.
Croci vere o presunte
Per la prima volta in Matteo si parla di croce.
Accogliere la (mentalitร della) croce รจ essenziale per essere degni discepoli del Signore.
Sbagliando clamorosamente, molti pensano che la croce indichi il dolore. Quindi Gesรน chiederebbe ai suoi discepoli di sopportare la croce come segno di dignitร . Anzi, alcuni giungono a pensare e a dire, sbagliando, che Dio stesso invierebbe le croci per metterci alla prova.
Non รจ cosรฌ: Gesรน chiede di superare il dolore e di sciogliere i nodi, e ci spiega in che cosa consista la croce:
39Chi avrร tenuto per sรฉ la propria vita, la perderร , e chi avrร perduto la propria vita per causa mia, la troverร .
ร il detto di Gesรน piรน citato nei vangeli, per ben sei volte!
La vita รจ dono di sรฉ, la vita รจ effusione dellโamore di Dio, la vita รจ regalo, ecco ciรฒ che ha maggiormente colpito le comunitร primitive.
Questa รจ la logica della croce che Gesรน stesso vive: fare della vita un dono.
Quindi Gesรน dice: per essere degno di me ama fino alla fine, fino al tutto di te, come ho fatto io.
La croce diventa il modo che Gesรน ha per manifestare fino a che punto รจ disposto ad amarmi. Prendere la croce significa assumere la logica di Cristo che, di conseguenza, ci fa scegliere di donare la nostra vita.
Dio non manda le croci: ci chiede di assumere nella vita una logica crocifissa, cioรจ donata, ostesa, debordante, disposta ad amare fino in fondo.
Accogliere i profeti
La conclusione del discorso molto impegnativo ora si rilassa, guarda al positivo.
Essere accolti come profeti, come discepoli, รจ la piรน grande ricompensa che possiamo ottenere.
ร lโesperienza che fanno molti di noi (che faccio io): se, sedotti dallโamore di Cristo, siamo resi capaci di amare, di donare, di annunciare, come il profeta Eliseo nella prima lettura, troveremo uomini e donne grati e stupiti pieni di generositร , capaci di accoglierci.
Quante volte lโho visto accadere! Quante volte ho ricevuto cento volte tanto di quanto avevo donato!
Di piรน: se siamo entrati nella logica della croce, cioรจ del dono totale e senza misura, sappiamo restituirlo anche nel piccolo gesto quotidiano come puรฒ essere lโofferta di un bicchiere dโacqua.
Morire martiri, testimoniare Cristo con il sangue o riempire un bicchiere dโacqua a un fratello per conto di Cristo fanno parte dello stesso amore, anche se con intensitร diversa.
Allora capiamo lโimportanza del logion piรน citato di Gesรน: รจ solo nella logica del dono di sรฉ che imita il dono di Gesรน che sperimentiamo la logica di Dio e, cosรฌ facendo, sperimentiamo la grazia di essere accolti e di accogliere.
Questo รจ un buon punto dโappoggio per ripartire. E fiorire. Da agapetoi, amati.
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