Frutti dello Spirito
ร il nostro tempo, il tempo di mezzo, fra la sua venuta nella storia e il suo ritorno nella gloria, il tempo della Chiesa, dei fragili discepoli innamorati che lo testimoniano, credenti credibili, non perfetti ma accesi.
E proprio la consapevolezza della fatica di essere testimoni, in questo tempo che esaspera i conflitti, che evidenzia i limiti, che ribalta le convinzioni che ci fa vacillare a farci tremare i polsi.
Non ce la possiamo fare, non scherziamo. Non noi. Non io.
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Serve qualcuno. Serve lo Spirito.
Lo aveva promesso, lo aveva invocato, lo aveva chiesto, il Signore.
Il fuoco ardente dellโamore di Dio.
La fiamma di Ja. La passione travolgente con cui Dio ha creato il mondo e ricreato la relazione perduta con gli uomini. La vibrazione del suo battito dโamore.
Primo dono ai credenti dallโaltro della croce dove lโappeso attira tutti a sรฉ.
Lo aveva promesso. Eccolo.
Non รจ un soffio. ร un vento. No, nemmeno un vento.
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ร una bufera. Un uragano che tutto scompigla, che tutto ribalta.
Scuote, strappa, smuove.
Fa uscire lโapostolo dai pavidi discepoli rintanati nelle catacombe per paura dei giudei.
Come un terremoto. Come un incendio. Come lโirruzione del divino nella Storia.
Una luce che ridona la capacitร di intendersi, di parlarsi, di capirsi.
Lโanti Babele. La confusione ricondotta a linguaggio unitario.
Pentecoste, infine. Pentecoste, ora.
Gv 15,26-27; 16,12-15 | Paolo Curtaz 18 kb 18 downloads
Domenica di Pentecoste – At 2,1-11/Gal 5,16-25/ Gv 15,26-27; 16,12-15 …La festa della Torร
Shevuot era una festa di origine contadina, poi diventata anniversario che ricordava al popolo di Israele il dono della Torร , il dono della Legge ad Israele, le istruzioni per lโuso verso la felicitร e la pienezza affidata al piccolo popolo di liberati che avrebbe liberato ogni uomo dalla schiavitรน del giudizio e della colpa.
Ma gli uomini, purtroppo, avevano ridotto quelle parole a nuove regole, a nuove leggi, ad uno strumento di paura e di dominio. No, cosรฌ non andava bene. La Legge era stata stravolta, offesa, inaridita, pietrificata.
Gesรน la libera. Le ridona veritร .
E consegna un solo comandamento, il suo, come abbiamo meditato poche settimane fa: Ama dellโamore con cui sei amato. Ama di un amore grande che dona vita.
Ora la Pentecoste, quella nuova, quella inattesa, fa terra bruciata di tutto il resto.
Incendia. Divora.
Nessuna norma scolpita nella pietra. Ma una forza interiore capace di scolpire lโamore nel cuore.
Che annulla la distanza infinita tra il poter essere e lโessere.
Fra il seme che fatica a crescere e il fiorire.
Lo Spirito, finalmente.
Quando verrร
Profetizza il Maestro, nel lungo discorso di addio che Giovanni pone sulle sue labbra prima di consegnarsi alla morte.
Quando verrร , dice.
Mi darร testimonianza. ร lo Spirito che ci fa passare da curiosi osservatori del fenomeno Gesรน a discepoli travolti dallโamore per lui. Dalla fede come (sana) abitudine alla fede come fuoco che divampa. Lui, lo Spirito, che in noi fa prorompere il grido di fede: รจ lui il Signore, il rivelatore del Padre, Dio stesso!
ร lui, lo Spirito, che ci aiuta a portare il peso della veritร .
Perchรฉ pesa, la veritร . A volte รจ talmente insostenibile da nasconderci dietro un cumulo di menzogne perchรฉ ne abbiamo sacro timore. Abituati come siamo a credere che la veritร ci smascheri, ci annienti, ci giudichi, preferiamo restare nella penombra per non essere giudicati.
Lo Spirito porta il peso e ci permette di vedere che la veritร , invece, รจ altro.
La veritร di chi siamo, di chi รจ Dio, di cosa siamo chiamati a diventare, di qual รจ la nostra missione, ci conduce alla libertร interiore, non al giudizio.
E lo Spirito, se accolto, ci prende per mano e ci porta alla veritร tutta intera, a quella intimitร con Dio che da soli non siamo in grado di ottenere.
Intimitร che non รจ solo conoscenza, o (santo) sforzo, o preghiera e meditazione, o caritร diffusa.
Lo Spirito diventa maestro per conoscere il Maestro. Per superare la soglia del mistero.
Per entrare nella profonditร di noi stessi dove ospitiamo la tenerezza infinita di Dio.
Lร dove abita la luce. La scintilla. Lร dove germoglia la nostra anima che si innalza e vede le cose con lo sguardo di Dio.
Lasciati guidare
Paolo esorta noi discepoli a cedere le redini.
A lasciare che sia lo Spirito a condurre la nostra vita. A smetterla di volere dirigere la nostra vita, a definirla, ad orientarla.
Ad arrenderci al corteggiamento di Dio.
A cedere. Ad alzare bandiera bianca.
La nostra vita resta la stessa, inevitabilmente fatta di ombre e di luci.
Eppure altra. Eppure densificata intorno alla comprensione profonda di chi siamo.
E ce ne accorgiamo da quanto accade.
Il frutto dello Spirito invece รจ amore, gioia, pace, magnanimitร , benevolenza, bontร , fedeltร , mitezza, dominio di sรฉ; contro queste cose non cโรจ Legge.
Contro lโazione dello Spirito, ad ostacolare la sua dilagante azione, non cโรจ regola o norma o senso di colpa o giudizio che ci possa fermare.
Siamo avvisati. Se prendiamo sul serio lo Spirito, lui arriva e sovverte.
ร tempo di invocarlo.
ร tempo di accoglierlo.
ร tempo di Pentecoste, qui, ora.
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