Numero due
Venuto a mancare il vino.
Quante volte facciamo questa esperienza, nelle nostre vite.
Quanto la stiamo facendo, in questi anni inquieti in cui si addensano nubi allโorizzonte.
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Lo scoraggiamento accompagna la paura per la grande instabilitร internazionale, avanziamo per abitudine senza sapere cosa ci riserva il futuro. Ma, ad essere onesti, a toglierci le gioie della vita, รจ soprattutto la mancanza di senso, di orizzonte. ร normale che sia cosรฌ, succede a tutti.
Partiamo entusiasti, convinti, determinati, poi, cammin facendo, viene a mancare il vino.
Una sofferenza, un fallimento, unโesperienza negativa ci fanno rendere conto che manca qualcosa di importante nella nostra vita: il vino, simbolo della gioia, della festa, della gratuitร .
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Ve la immaginate una festa di nozze senza vino? No. Esatto.
Manca il vino, manca la voglia di vivere, di andare avanti, di fare festa.
Allora tutto diventa grigio, faticoso, rancoroso.
E cresce la rabbia, lโaggressivitร , la depressione, il vittimismo. Esattamente quanto ci sta accadendo.
Manca il vino alla nostra vita. Manca il vino alla nostra Chiesa. Manca il vino alla nostra societร .
Oggi, iniziando lโanno nuovo, il vangelo di Giovanni ci richiama allโessenziale: il miracolo numero uno come scrive lโevangelista, quello che sta alla base di ogni altra esperienza di fede, รจ trasformare lโacqua insipida nel vino nuovo.
Perchรฉ senza il vino della gioia, la vita e la fede non hanno senso.
Gv 2,1-12 | Paolo Curtaz 18 kb 0 downloads
Seconda domenica durante l’anno, anno di Luca Is 62,1-5/1Cor 12,4-11/Gv 2,1-12 …Fate
ร la Madre che si accorge della mancanza.
Un matrimonio senza vino รจ destinato al fallimento, con grave danno agli sposi e alla festa.
Nelle nozze fra Dio, lo sposo, e Israele, la sposa, รจ venuta a mancare la gioia dellโamore.
E Maria, figlia di Israele, lo sa e chiede al figlio di agire. No, dice Gesรน alla madre, non รจ ancora il momento e, ammonisce, se inizia il tempo dellโannuncio lei lo perderร , non sarร piรน suo.
In questo strano matrimonio in cui mancano gli sposi e protagonisti sono i camerieri e lo sconosciuto Gesรน, Maria si rivolge a noi. A me.
Sono le uniche sue parole rivolte ai discepoli in tutto il Vangelo.
Maria ha parlato con gli angeli. E con Elisabetta. E con suo figlio, custode del mistero.
Ora parla a me.
Qualunque cosa vi dirร , fatela.
Maria รจ la prima ad accorgersi della mancanza di gioia nella nostra vita. E ne informa il Figlio.
E a noi intima: fate. Non: aspettate. Non: pregate. Non: pazientate. Non: rassegnatevi.
Fate.
La gioia si costruisce, mica si attende. Si plasma giorno per giorno.
Come?
Riempire le giare
Dobbiamo riempire le giare fino allโorlo. Con lโacqua, non abbiamo altro.
Dal poco al tutto. Dallโinsignificante al miracolo.
Giare di pietra che certamente non erano presenti a quella festa. Ma allโingresso del tempio di Gerusalemme, contenenti acqua per la purificazione.
In pietra e sei, una in meno del numero della perfezione che รจ sette.
Simbolo di una fede stanca, impietrita, trascinata. Come spesso รจ la nostra. Una fede tutta imperniata sulla purificazione, sullโessere indegni, sul senso di colpa. Una fede simile a quella che si respira nelle nostre comunitร .
Eppure proprio questa fede va riempita. Non snobbata. Non abbandonata.
Ma vissuta con tutto ciรฒ che siamo.
La tentazione di fuggire รจ tanta. Ma i camerieri, ignari della situazione, stupiti della richiesta assurda, obbediscono. Sono loro, insieme a Maria, il simbolo della fede tenace, che attende lo Sposo.
Quante altre cose dovevano fare in quel servizio matrimoniale! Con quanto poco entusiasmo avranno riempito dโacqua gli oltre seicento litri quelle giare (senza rubinetto)! E quanti improperi avranno mandato a quel giovane taciturno e bislacco.
Quante volte vorrei mollare, anchโio.
Quando nella mia comunitร ci troviamo i soliti due gatti. Quando, nonostante tutti gli sforzi, vedo lโoratorio svuotarsi. Quando servo i poveri riconoscendo in essi il Cristo e vengo insultato dai nuovi razzisti che si sono fatti forza.
Ma tengo duro. E riempio le giare, anche se sono di pietra.
Sommelier
Quellโacqua attinta e servita al sommelier diventa un vino straordinario.
Tale da entusiasmare il maestro di tavola che si complimenta con lo sposo.
E da servo divento sommelier.
Anchโio faccio i complimenti a Cristo, lo sposo, per tutta lโacqua che ho visto trasformarsi in vino. Litri. Ettolitri. Intere botti di ottimo vino.
Perchรฉ questo matrimonio, questa festa, questo segno numero uno, รจ la storia dโamore fra lo sposo, Dio, e la sposa, Israele. E dei servi, noi, che partecipano a questa festa.
E della madre del Signore, prima fra i discepoli, prima fra i credenti, che discretamente si accorge dellโassenza della gioia. E provvede, spingendo ad agire il Signore. E noi.
Numero due
Inizia cosรฌ il nostro anno civile.
Annotando, con amarezza, quanto sia faticosa la nostra vita quando manca il vino della gioia.
E guardando avanti. Offrendo un percorso.
Pellegrini di speranza, come vogliamo essere a partire da questo Giubileo.
Uscendo dal numeroso gruppo dei lamentosi e dei rassegnati, tornando ad essere luce nelle tenebre, noi, diventati figli di Dio, testimoni del Dio che abita fra noi.
No, non stiamo precipitando nel caos. E nemmeno nella disperazione piรน cupa.
Alcuni aspettano la fine della festa, incuranti di quanto accade.
Altri si lamentano dellโimperizia dello sposo e del pessimo servizio catering.
A noi รจ chiesto di riempire le giare fino allโorlo. Anche se solo di acqua.
Lโincontro con Dio รจ una festa di nozze. Una grandiosa festa di nozze.
Il segno numero uno, diventa per noi, in questa domenica, il segno numero due. E tre. E quattroโฆ
Eccomi, Signore.
Pronto a riempire le giare.
Io ci sono e sono con voi. Ogni giorno alle 20 (Alle 21 la domenica) sui miei canali Facebook e Youtube non mancate la piccola lectio #FTC per far crescere la fede e la speranza.
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