HomeVangelo della DomenicaPaolo Curtaz - Commento al Vangelo di domenica 14 Gennaio 2024

Paolo Curtaz โ€“ Commento al Vangelo di domenica 14 Gennaio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 1, 35-42

Le quattro del pomeriggio

Siamo amati da Dio. Bene-amati, perchรฉ si puรฒ amare male, malissimo.

Ma Dio ama bene: senza ricatti, senza suscitare attese o sensi di colpa, senza porre condizioni. Ama perchรฉ รจ lโ€™Amore puro, assoluto, totale e totalizzante.

Ama senza condizioni. E il cammino di fede รจ lo scoprirsi amati per scegliere di amare, infine.

Facendo memoria del nostro Battesimo, della nostra identitร  profonda, scopriamo di essere figli di Dio, figli del gran Re. Dio รจ contento di noi. รˆ contento di te. Di me.

Siamo noi che stentiamo ad amarci come ci ama Dio.

O ci svalutiamo o ci sopravvalutiamo.

Ma per Dio siamo unici, irripetibili.

Tutta la nostra vita, allora, consiste nello scoprire e nellโ€™assecondare ciรฒ che siamo agli occhi di Dio, per diventare ciรฒ che Dio vede: un capolavoro.

รˆ un cammino che richiede libertร  interiore, forza, costanza, che dura tutta la vita, ma che parte da una chiamata, dallโ€™iniziativa di Dio. Siamo tutti vocati, chiamati a diventare capolavori.

Allora nรฉ fame, sete, guerra, paura, carattere, ostacoli, niente ci puรฒ separare dallโ€™amore di Cristo che ci permette di compiere questo cammino.

Nel tempio

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Samuele รจ figlio di una donna sterile, Anna, come spesso accade nella Bibbia. 

Nella gioia di avere avuto un figlio inatteso, la madre decide di affidarlo alle cure di Eli, il sacerdote. Samuele diventerร  un profeta straordinario, colui che consacrerร  i primi re di Israele.

Sta nel tempio, Samuele, assiste alle liturgie, ha unโ€™ottima guida spirituale. Ma ancora non conosce Dio. Possiamo frequentare il tempio senza โ€œconoscereโ€ Dio lร  dove la conoscenza, nella Scrittura, indica un approccio intimo e totalizzante. 

Incontro che avviene nel cuore della notte. 

Solo se sappiamo ritagliare degli spazi di quiete e di silenzio possiamo โ€œconoscereโ€ Dio. E quanto mancano questi spazi alle nostre vite, alle nostre cittร !

Ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a capire: Eli, come il Battista, come Paolo, รจ una buona guida che indirizza a Dio, non a se stesso. Cosรฌ Samuele incontra Dio.

E alla luce di questa scoperta scopriamo il senso delle cose e delle nostre vite, e impariamo a vedere noi stessi e gli altri con uno sguardo illuminato.

Giovanni e Andrea

Non nel tempio ma nel deserto Giovanni e Andrea incontrano Dio.

Hanno seguito il carisma del Battista, hanno lasciato tutto per seguirlo, anche la loro pelle รจ stata riarsa dal sole e dal vento del deserto di Giuda. Ora il loro maestro sa che รจ finito il suo tempo.

รˆ fermo, statico, mentre Gesรน passa.

รˆ finito il suo tempo, e lo sa. E indica Gesรน, mischiato fra i penitenti. รˆ lui, ora, che devono seguire.

Lo chiama agnello di Dio, come lโ€™agnello immolato la notte di Pasqua, come lโ€™agnello immolato che porta il peccato del popolo nel giorno di Yom kippur, come lโ€™agnello sacrificato al posto di Isacco, come lโ€™agnello mansueto del profeta Isaia. 

Forse il Battista vede nel Nazareno lโ€™ombra della sofferenza e la determinazione del dono di sรฉ.

Certamente la vede lโ€™evangelista che riporta lโ€™incontro.

Che bello avere un maestro che indica il Maestro, che si fa da parte al momento opportuno, che conduce al vero pastore.

Che volete?

รˆ la prima parola che Gesรน pronuncia nel vangelo di Giovanni: che volete?

Non cerca discepoli, non li blandisce o si congratula con loro per la scelta fatta. 

Chiede ragione della loro scelta. Dio non vuole discepoli a rimorchio, cristiani sbadati, cattolici per abitudine. Chiede consapevolezza. Il nostro รจ un Dio che chiede di seguirlo, ma da adulti.

La fede non รจ mai un comodo rifugio che ci protegge dal mondo cattivo, il tappeto sotto cui nascondere le nostre miserie.

Dio vuole uomini veri e liberi.

Sono spiazzati, Giovanni e Giacomo. Troppo forte e diretta la domanda per non inquietare.

Cosa cercano? Non lo sanno ancora.

Chiedono aiuto, chiedono lumi, un qualche appiglio, un punto di riferimento.

Dove abiti?

Quanto bisogno di certezze abbiamo prima di poterci fidare! Quanti โ€œseโ€ e โ€œmaโ€ mettiamo prima di dire il nostro โ€œsรฌโ€ definitivo al Signore.! 

E lui che, allora come oggi, ci risponde: venite a vedere

Non  chiedere, fidati, muoviti, faโ€™ diventare questa ricerca unโ€™esperienza, investi.

Piรน freddo e asettico, nel testo di Giovanni, lโ€™incontro con Simone.

Lui tace, non dice nulla, nessun entusiasmo, solo una grande passivitร : viene condotto.

E Gesรน se ne accorge, vede in lui una durezza, unโ€™ostinazione, รจ duro come la pietra.

Ma su quella pietra appoggerร  la fede. Da un evidente difetto saprร  trarne un grande vantaggio per i fratelli. Cosรฌ accade a chi diventa discepolo.

Andare a vedere

La fede non รจ โ€œfareโ€, โ€œsapereโ€ ma โ€œconoscereโ€. 

Noi per primi siamo chiamati ad andare a vedere, noi per primi siamo chiamati a fare lโ€™esperienza della sequela. 

Ed essi andarono, videro e restarono con lui. Dopo essersi fidati restano, accettano, si lasciano coinvolgere. 

Lโ€™annotazione finale di Giovanni รจ simpaticissima: erano circa le quattro del pomeriggio

Quel giorno, quellโ€™istante, รจ cosรฌ importante per lui che segna lโ€™inizio di una vita nuova. 

Sono passati forse sessantโ€™anni da quellโ€™evento e il discepolo ricorda lโ€™ora precisa, tutto รจ cambiato, ormai, per Giovanni e Andrea: quel giorno รจ stato come lโ€™inizio di una nuova Creazione. 

A questo siamo chiamati: a fare esperienza di Dio.

Dรฌ: a che ora hai incontrato Dio?

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Gv 1, 35-42 | Paolo Curtaz 573 kb 14 downloads

1Sam 3,3-10; 1 Cor 6,13-15.17-20; Gv 1, 35-42 โ€ฆ

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