Domenica delle Palme
La misura
Lettura della Passione dal Vangelo secondo Luca
Dio non รจ uno che ti manda le disgrazie. Non รจ un padrone che ti castra e ti impedisce di volare. Non รจ un despota che ti fa stare buono e zitto sennรฒ ti castiga e allora lavora. Non รจ uno che brandisce la Legge e aspetta di lapidarti, di darti addosso.
Non รจ uno che ferma le guerre, dopo che le abbiamo scatenate, pensando โ tenero โ che le sue creature possono farlo benissimo da sole.
Non il Dio di Gesรน. Non il mio Dio.
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Ci vuole il deserto e la veritร , la fame di senso e la Parola per riuscire ad arrendersi allโevidenza di Dio.
Un Dio che lascia crescere i suoi figli, che ha fatto bene ogni cosa e fa piovere sui giusti e gli ingiusti: un Dio che, come un Padre, scruta lโorizzonte e accoglie con dignitร il figlio che lo voleva morto, ed esce a spiegare le sue ragioni allโaltro figlio offeso; un Dio che, unico giusto, potrebbe condannarmi e non lo fa, chiedendomi di uscire dalla mediocritร del peccato, falsa libertร .
Siamo alla fine del deserto: ora vediamo allโorizzonte il Golgota.
Il promontorio da cui si innalza la tenerezza infinita di Dio.
Il palcoscenico da cui pende la misura del suo amore senza misura.
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Inizia la grande settimana, la piรน grande, la piรน importante, la piรน profonda.
La settimana piena di stupore e di sangue, di amore e di emozioni. Inizia la settimana Santa.
Lc 22,14-23,56 | Paolo Curtaz 18 kb 2 downloads
Domenica delle Palme La misura Lettura della Passione dal Vangelo secondo Luca โฆOsanna!
Gesรน entra a Gerusalemme trionfalmente. La gente applaude, agita in alto i rami strappati dalle palme e dagli ulivi, stende i propri mantelli al passaggio del Rabbรฌ di Galilea.
Inutile, piccola gloria prima del disastro, fragile riconoscimento prima del delirio.
Gesรน sa, sente, conosce ciรฒ che sta per accadere.
Troppo instabile il giudizio dellโuomo, troppo vaga la sua fede, troppo ondivaga la sua volontร .
Ma che importa?
Sorride, ora, il Nazareno e ascolta la lode rivolta a lui e che egli rivolge al Padre.
Messia inerme e mite, energico e tenero, affaticato e deciso.
Non entra a Gerusalemme cavalcando un bianco puledro, non ha soldati al suo fianco che lo scortano e lo proteggono, nessuno stendardo nessuna insegna lo precede, nessuna autoritร lo riceve: entra in cittร cavalcando un disarmante ciuchino, ricordando a noi, malati di protagonismo, che il potere รจ tale solo se non si prende troppo sul serio, che la gloria degli uomini รจ inutile e breve.
Che potere รจ servire. Che potere รจ amare rendendo liberi.
Che potere รจ pacificare.
E in questo tempo arrabbiato, egoista, greve, attraversato da mille tensioni e violenze, da maschi alpha, da arsenali da riempire, davanti alla recrudescenza della tenebra e dellโombra, Dio ancora indica quel suo gesto assurdo, canzonatorio, ingenuo e sbalorditivo come profezia di pace.
Osanna, figlio di Davide, Osanna nostro incredibile Dio, nostro magnifico re.
Osanna dai tuoi figli poveri e illusi, feriti e mendicanti,
Osanna re dei poveri, protettore dei falliti, Osanna!
Innalza a te il grido di lode la tua Chiesa, santa e peccatrice, riconosce in te lโunica ragione di vivere, lโunica ricerca, lโunico annuncio, Osanna, maestro amato.
Osanna, mio maestro.
La passione
Luca racconta la sua passione lasciando trasparire tutto il bene che ha ricevuto da Cristo.
Lo ama, il Dio di Gesรน, ama il Signore che egli ha conosciuto attraverso le parole vibranti di Paolo. E racconta le ultime ore di battaglia, racconta dello scontro titanico tra il Dio rifiutato e la tenebra incombente che suggerisce (a ragione?) a Gesรน di abbandonare lโuomo al suo destino. La battaglia, lโagonia รจ, in Luca, tutta concentrata nella preghiera sanguinante del Getsemani.
Capiranno, gli uomini? O anche quel gesto passerร inosservato e inutile come tanti altri?
Altro รจ predicare e guarire, altro morire, nudi, appesi alla croce.
Gesรน sceglie: consapevolmente, drammaticamente, dolorosamente.
Andrร fino in fondo, si immergerร nella volontร degli uomini (di morte), sperando che essi scoprano la volontร di Dio (di dono di sรฉ).
Accetta di morire il Nazareno, il Figlio di Dio, perchรฉ nessuno possa dire che ciรฒ che egli annuncia รจ fantasia o delirio. Accetta quellโultima prova, voluta dagli uomini, non certo dal Padre, per manifestare definitivamente il vero volto del Padre, un Padre/Madre colmo di misericordia.
Un Dio in cui egli crede al punto di preferire la morte al suo rifiuto.
Dopo, tutto diventa miracolo.
Al servo viene riattaccato lโorecchio, Pilato ed Erode diventano amici, Pietro piange il suo tradimento, Gesรน viene riconosciuto โgiustoโ dal procuratore pagano, le donne vengono consolate e scosse, il ladro appeso alla croce perdonato e la folla torna a casa percuotendosi il petto.
ร piena di inattesa dolcezza la morte di Dio.
Amato amore
Cosรฌ sei amato, fratello, cosรฌ sei accolta, sorella.
Sappiti amato, ho ripetuto in questi anni. Meditando la passione restiamo anche noi allibiti, costernati. Assistiamo allo spettacolo della morte di Dio, del dono totale di sรฉ.
Ecco Dio: pende dalla croce, morto per amore.
Dio muore dโamore.
Libero. Liberante.
Muore senza farlo pesare. Muore leggero. Trasfigurato, infine.
Non per suscitare sensi di colpa (orribile tradimento dellโannuncio), ma per smuovere il mare di ghiaccio che abita in noi.
Siateci, fratelli, fate come dice Luca: assistiamo allo spettacolo della morte di un Dio che muore. Spettacolo che scava le coscienze, che spalanca i cuori, che mozza il fiato.
Quando accogliamo il dolore e lo affidiamo, quando, nonostante la violenza, siamo resi capaci di perdonare e donarci, anche la nostra vita produce inattesi miracoli, prodigi e conversioni, senza che neppure ce ne accorgiamo.
Sappiti amato.
Ora sai quanto. Sai qual รจ la misura di questo amore.
Io ci sono e sono con voi. Ogni giorno alle 20 (Alle 21 la domenica) sui miei canali Facebook e Youtube non mancate la piccola lectio #FTC per far crescere la fede e la speranza.
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