Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 9 Marzo 2023

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Lazzaro, unico personaggio di una parabola in Luca che ha un nome, è, letteralmente, gettato alla porta della casa del ricco. Gettato come una cosa, come un oggetto, come uno straccio. Gettato e guardato con fastidio, solo i cani si accorgono di lui, cane fra i cani. Icona dei tanti (troppi) che oggi vengono messi ai margini da un mondo troppo competitivo, inutilmente rabbioso, fintamente efficiente. Non conta nulla Lazzaro, la gente, passando scuote la testa pensando al decoro pubblico e che il sindaco dovrebbe fare qualcosa.

Lui, intanto, muore di inedia e di solitudine. Il ricco non è malvagio, semplicemente è troppo preso ad essere Imperatore della sua vita per occuparsi di altro e di altri: veste di porpora e bisso come i cesari, banchetta tutti i giorni ridefinendo il calendario e facendo di ogni giorno una festa. In un tempo in cui la gente mangiava, forse, una volta al giorno, la sua tavola è imbandita come a Natale ogni santo giorno.

È l’Imperatore del suo destino, può farlo. La morte rimette tutti in pari e Lazzaro riceve quella compassione che nella vita non ha ricevuto. E accede subito al vertice, fra le braccia di Abramo, il padre dei padri, il più grande onore che un giudeo potesse anche solo sognare, il premio dei giusti, non certo dei pezzenti. Ma padre Abramo lo conosce e gli dona quanto non ha ricevuto in vita: attenzione, dignità, affetto, ascolto.

Ora è l’arsura a tormentare il ricco: tutto ciò che ha accumulato e che pensava potesse dissetare e sfamare la sua vita, è scomparso. Padre Abramo, rammaricato, afferma di non poter far nulla: l’abisso che li separa è stato costruito, giorno dopo giorno, dalla colpevole indifferenza del ricco. Non è una punizione, una vendetta divina: anche Dio fa quel che può (sceglie di limitare la sua onnipotenza).

Se nella nostra vita costruiamo abissi di indifferenza, di egoismo, di lontananza, saranno questi a caratterizzare la nostra vita futura. Che questo cammino di deserto ci faccia accorgere dei tanti Lazzaro gettati alle porte delle nostre case!

Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva

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