Va bene la giustizia. E siamo chiamati ad essere coerenti, nel limite del possible. E ad essere figli della luce in mezzo ad una generazione degenere.
Va bene anche denunciare le ingiustizie e difendere i deboli. Ma, ammonisce Gesù, alla fine l’unica cosa che conta veramente è la misericordia. Siamo figli di un padre colmo di ogni tenerezza e misericordia, di ogni attenzione e compassione.
Non nel senso contemporaneo, spesso ambiguo, di credere in un Dio bonaccione, approssimativo, un bonario ed innocuo (e inutile) Babbo Natale. Il sentimento di misericordia è difficile, impegnativo, esigente.
Chiede di conoscere la miseria degli altri e guardarla col cuore. La miseria è patrimonio comune di ogni vita, di ogni essere umano. Dio solo riesca a guardarla senza scoraggiarsi, senza arrendersi, compatendo (cioè patendo assieme) chi vive quella situazione.
Difendiamo il vangelo da questo mondo folle e disperato. Ma facciamolo con misericordia, senza diventare giudici inflessibili (e antipatici) che allontanano dal vangelo invece di avvicinare!
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