Giovanni scrive il suo Vangelo forse sessant’anni dopo gli eventi della vita del Signore. Le nascenti comunità cristiane hanno ormai avuto il tempo di elaborare la fede, di annunciarla, di scoprire l’essenziale sulla vera identità del Maestro alla luce della resurrezione, perché la resurrezione è il finale del libro che svela tutta la trama dell’intricata vicenda narrata nei capitoli precedenti.
E così, nel suo Vangelo, il discepolo che Gesù amava riassume tutta la dottrina del Signore e la comprensione dei discepoli in un unico, lunghissimo discorso straordinariamente denso, che Gesù fa dopo l’ultima cena, prima dell’arresto.
Ascolta “Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 9 Maggio 2024” su Spreaker.E afferma: noi non capivamo cosa stava per accadere, non capivamo la profondità delle parole di Gesù, eravamo perplessi alle sue parole: mi vedrete… non mi vedrete, mi vedrete di nuovo… Alla luce della fede pasquale ora tutto è chiaro: Gesù, prossimo alla morte, si fidava talmente del Padre da sapere che quella croce non sarebbe stata la vittoria del male.
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I discepoli che ascoltano Gesù sono perplessi: ancora non hanno capito quanto sta per accadere, sono lontani anni luce dall’immaginare la catastrofe che si sta per abbattere sul loro Signore e Maestro. Ma Gesù, tenero, li previene: sarete tristi ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
Gesù sa che stanno per venire ad arrestarlo, si affida al Padre con forza e tenacia, crede che la morte e la sconfitta non saranno le ultime parole sul suo percorso ma si preoccupa dei suoi, della tenuta della loro fede.
E ora noi sappiamo che è andata così: il crocefisso è risorto dai morti ed è il per-sempre-presente in mezzo a noi. Cercando il suo volto anch’io ripeto a me stesso: la mia tristezza si cambierà in gioia. Se avrò il coraggio di amare, di abbandonare i pesi che mi impediscono di salire in alto, se fisserò lo sguardo sul grande disegno di Dio sull’umanità, vedrò le mie (invero piccole) tristezze trasformarsi.
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Non scomparire, ma trasformarsi. Una vita felice non è una vita senza guai, ma una vita che lascia fiorire il seme marcito.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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