Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 9 Giugno 2021 – Mt 5, 17-19

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Gesù non è un anarchico, un demolitore, un rivoluzionario. Non nel senso che intendiamo noi, almeno. Non è venuto per abolire ma per portare a pienezza, a compimento.

La Legge che Dio ha donato al popolo di Israele sul monte, una sorta di libretto di istruzioni per fiorire, la siepe che costeggia la strada che ci porta verso la felicità, lungo i secoli era stata appesantita, stravolta, usata come uno strumento di costrizione.

Così Dio, anche al tempo di Gesù, appariva come un giudice corrucciato che imponeva norme per manifestare la sua autorità. Gesù svecchia questa visione limitata e limitante e ridona alla Legge il suo ruolo centrale, corretto, armonioso e restituisce a Dio il suo vero volto: egli è il collaboratore della felicità degli uomini, non un avversario.

E purtroppo ancora oggi molti contrappongono Gesù alla Chiesa: non è così, è lui, il Signore, il Maestro dei discepoli anche se questi, spesso, sono poco credibili.

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