Gesù non è un anarchico, non è un rivoluzionario così come lo intendiamo noi. Viviamo per stereotipi e immaginiamo Gesù come un novello Robin Hood che si scaglia contro una religiosità severa e inamovibile, ottusa e giudicante.
Non è così: Gesù è venuto per riportare Israele all’origine della sua fede, smarrita e irrigiditasi nel corso dei secoli. È venuto a spalancare, ad allargare, ad alleggerire perché accade, anche a noi cristiani, di rinchiudere lo Spirito del Vangelo in recinti stretti e angusti. E lo specifica: non è venuto per cambiare ma per portare a compimento, per far fiorire, per alleggerire.
Esiste un cammino saldo alle nostra spalle, strade tracciate da altri, sentieri sicuri che ci avvicinano a Gesù. Il Signore ci prende per mano là dove siamo arrivati e ci conduce fino alla piena conoscenza di Dio. Non un segno, una virgola lasciamo cadere dalle nostre mani, attingiamo con fiducia a quanti prima di noi, giudei prima e cristiani poi, hanno capito e vissuto.
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