L’annuncio del Regno, l’invito alla conversione, ora, viene affidato a noi, che tale annuncio abbiamo accolto e fatto fruttificare nelle nostre vite (per la conversione… dateci tempo!). Bellissimo, certo, entusiasmante.
Solo che davanti alla folla, alla fame della gente, alle troppe richieste, ci spaventiamo, vediamo quanto siamo inadatti, impreparati. E facciamo come gli apostoli davanti alla folla accorsa ad ascoltare il Maestro e affamata. Qual è la soluzione? Rimandali a casa, dicono. Cacciali. Dopo qualche bel pensiero e un fervorino come si deve, è tempo che se ne vadano.
La nostra parte l’abbiamo fatta, sono loro, adesso, a dover fare il resto. No, non è ciò che fa il Maestro, non è ciò che siamo invitati a fare. È poco quello che abbiamo, e immensamente sproporzionato rispetto a quanto dovremmo fare, vero. Ma l’annuncio ai popoli, l’epifania che rivela ad ogni uomo quanto è amato da Dio passa attraverso l’amore concreto che io riesco a dargli, anche se è insufficiente a colmare i cuori che Dio solo sa colmare.
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