È lei la prima fra i discepoli, lei la prima cristiana, lei, la figlia del sul suo popolo, serva della Parola, che ha mantenuto viva la speranza di Israele. È lei che ci insegna ad aspettare, a fare del nostro piccolo mondo, una insignificante Nazareth, il luogo capace di ospitare Dio.
Così Maria, nello stupore degli angeli, l’adolescente attenta alla Parola, cerca di capire, ribatte, argomenta, chiede, là dove, nella Bibbia, la venuta degli angeli suscita paura e sgomento.
Lei no, domanda: come avverrà quanto hai detto? Gabriele è ammirato da tanta determinazione, cerca di spiegare, parla del desiderio di Dio di farsi raggiungere, di farsi conoscere. E, per un attimo, tutto il Creato rimane come sospeso, appeso a quella ragazzina. Sì, dice Maria. Sì a Dio, alla sua follia, al suo progetto.
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E se oggi siamo qui, colmi di speranza, cercatori d’amore, è per quel sì.
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