Mentre si pranza di parla del piรน e del meno, tutti contenti di avere a tavola un ospite d’eccezione come รจ il Nazareno. Ad un certo punto uno dei commensali, probabilmente per innalzare il livello del dialogo e per fare bella figura, afferma che stare insieme a mangiare รจ bello ma pensa come sarร bello farlo al banchetto del Regno, aspettandosi forse una spintarella da parte del profeta.
E Gesรน, tenero, ne approfitta per constatare una orrenda veritร : molto spesso diciamo di desiderare Dio, di avere voglia di vederlo, lo cerchiamo mettendoci in gioco e diventando discepoliโฆ salvo poi, al momento opportuno, accampare mille scuse. Non รจ il momento opportuno, non ho la testa, non me la sentoโฆ
E cosรฌ ci perdiamo la felicitร : qui e altrove. D’altronde onestamente, e parlo di me, faccio fatica a restare centrato. La vita รจ dannatamente dura, anche se siamo discepoli, anche se siamo cristiani. Giร solo riuscire a galleggiare, avere il necessario di che vivere, un tetto sulla testa, un po’ di salute, ci divora gran parte del tempo.
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E poi, a complicare il tutto, i nostri tempi strepitosi e magnifici che ci fanno credere che tutto รจ possibile e che tutti sono felici eccetto me, e ci prendono per il naso. Il tempo vola via anche se possiamo chattare in tempo reale in Australia, siamo sempre connessi, raggiungibili, travolti da mille stimoli (i boomer come me ricordano quando esisteva solo il telefono fisso? Che liberazione!).
E cosรฌ, niente, meditiamo la Parola ogni giorno (bravi), riusciamo a partecipare alla messa festiva, magari apparteniamo ad un gruppo o facciamo volontariato. Ma per il resto siamo sinceramente travolti. Vorrei assistere alla scenetta quando, dopo il nostro passaggio, davanti alla bellezza immensa di Dio ci sentiremo sciogliere e diremo a Dio: che meraviglia Signore, a saperlo prima quanta meno sofferenza avrei vissuto!
Immaginatevi l’espressione di Dio! Non aspiriamo genericamente al Regno di Dio ma realizziamolo giorno per giorno, a partire da oggi!
FONTE:ย Amen โ La Parola che salva