Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 7 Dicembre 2022

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Venite a me, dice il Signore. Pone una sola condizione per andare da lui: quella di essere affaticati, stanchi, provati. Dalla vita, dalle scelte, dalla quotidianità, dalle incomprensioni, dai nostri sbagli, dalle ferite che ci hanno inflitto; stanchi dentro, stanchi di vivere così.

E la condizione di essere schiacciati, oppressi: dalle preoccupazioni, dalla paura di non farcela, dai mille pensieri che ci frullano nella testa, dal senso di smarrimento che a volte attanaglia il nostro cuore. Non pone altre condizioni, non ci chiede di essere dei bravi ragazzi o di essere pentiti dai nostri errori o di essere dei devoti pronti a tutto.

Sono talmente larghe le maglie della sua rete da accogliere tutti coloro che invece di chiudersi a riccio, di piangere le proprie pene, si mettono in cammino. Sì, andiamo da lui, ancora e ancora, giorno dopo giorno, Natale dopo Natale, per sederci alla scuola del Maestro, mite, pacificato, amabile, amato, amante.

Perché fra tutti i pesi che inevitabilmente la vita ci carica, quello del Vangelo è il più lieve e il più dolce, perché è il peso dell’amore.

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