Osservare la Parola, accoglierla, capirla, meditarla, pregarla, ci porta alla vita nuova, ci allontana dalla morte del giudizio, dello scoraggiamento, dalla morte fisica. Viviamo a contatto continuo con la morte: pensiero di morte caratterizzano spesso le nostre scelte.
La Parola ci porta a vedere la vita, non la morte. E a promettere questa inattesa dinamica è colui che pretende di essere più di Abramo, che pretende, incalzato dai suoi avversari, di essere Io sono, il nome stesso di Dio.
Così si conclude il lungo processo a Gesù da parte dei devoti del suo tempo. Gesù è un folle arrogante che si prende per Dio, oppure è ciò che dice di essere: la presenza stessa di Dio. La quaresima è il tempo per fare deserto delle nostre emozioni, del rumore di fondo che intossica la nostra vita, per chiederci, qui e ora, ancora una volta: ma tu, Signore, chi sei per me, davvero?
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