Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 7 Agosto 2023

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Si sono offesi gli scribi e farisei, creature, anime sensibili! Si sono offesi perché questo falegname della Galilea li mette in difficoltà, invece di applaudirli come fanno tutti, stupiti dalla sua irrispettosa accusa di essere dei fanatici osservanti della Legge orale, quell’insieme mostruoso di oltre seicento precetti aggiunti al Decalogo e che, in teoria, ogni pio israelita avrebbe dovuto osservare per essere giusto davanti a Dio.

Sono offesi, perché Gesù riporta la Legge alla sua origine: non come sterile norma da osservare a tutti i costi per dichiararsi giusti davanti a Dio, ma come strumento che conduce alla verità di sé per poter incontrare il vero volto di Dio. Non ci sono cibi impuri, non è necessario sfinirsi di abluzioni per essere puri, non è quello che mangiamo a cambiare il nostro cuore ma le parole che da quella bocca escono e che possono distruggere e demolire.

La purezza sta negli atteggiamenti, nelle parole che escono, non nel cibo che entra! E Gesù aggiunge: il rischio è quello di ingrandire i precetti insignificanti scordando l’essenziale, accecati dalla propria ritualità; far diventare enormi piccole prescrizioni per nascondere quelle veramente importanti che scandiscono la verità di una persona. E come possono pretendere i farisei di guidare le persone alla fede?

Come ciechi che guidano ciechi, non fanno che mettere in difficoltà chi si affida alla loro predicazione! E, purtroppo, i farisei ancora pullulano nelle nostre parrocchie, sui social, devoti che chiedono agli altri di portare pesi che essi non sfiorano con un dito, cristiani che ancora non hanno compreso che Dio chiede misericordia e non sacrificio. Ogni cosa è pura, se fatta con il cuore puro, ogni cibo è dono, se accolto e condiviso, ogni indicazione della Parola è per vivificare, non per spegnere.

È libero, Gesù, e ci vede benissimo. Prendiamo lui come guida, anche quando la sua parola mette in difficoltà le nostre piccole devozioni…

FONTE: Amen – La Parola che salva

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 14,22-36

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