Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 6 Ottobre 2023

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Guai a noi quando pensiamo di credere a sufficienza, di vivere in un paese ancora a stragrande maggioranza cattolico, quando pensiamo che, in fondo, va tutto bene e finché la barca va, meglio lasciarla andare. Guai a noi quando ci misuriamo con gli altri, con quelli che reputiamo lontani da Dio, atei, pagani, miscredenti, nemici della Chiesa, sentendoci, se non migliori, almeno non peggiori.

Guai a noi quando ci adagiamo sulla straordinaria fede dei nostri padri per giustificare e assecondare la nostra pigrizia mentale, come se quel tesoro non fosse intaccabile. Guai a noi quando rifiutiamo il cambiamento, quando pensiamo di avere solo da insegnare e non ascoltiamo e ci ergiamo a giudici per conto di Dio.

Guai a noi quando pensiamo di possedere Dio, di essere i detentori della verità, i custodi del Vangelo. Guai, perché, come dice il Signore a quanti, nella casa di Israele, si guardano bene dall’accogliere la novità dell’annuncio, corriamo il rischio di non accogliere la richiesta di conversione che continuamente il Signore ci rivolge.

Il Signore ci ha affidato il prezioso tesoro del vangelo che custodiamo in fragili vasi di creta. Ma ciò che annunciamo lo dobbiamo prima vivere perché sia credibile. Come possiamo chiedere agli altri ciò che noi stessi non viviamo? Perché poniamo condizioni agli altri quando noi siamo stati amati incondizionatamente?

Il rischio di sentirci gli avvocati difensori di Dio, senza che nessuno ce lo abbia chiesto, è sempre presente. In realtà, come tutti, siamo dei mendicanti che hanno avuto in dono la cartina per trovare il tesoro e ne condividono le informazioni. Il fatto di sentirsi troppo sicuri può impedirci di riconoscere gli inviti al cambiamento e alla conversione che continuamente Gesù ci rivolge.

Dimoriamo nell’umiltà e nell’ascolto. Ascolto dello Spirito, certamente ma anche ascolto di quelle donne e quegli uomini che si sentono allontanati dai nostri atteggiamenti rigidi e intransigenti.

FONTE: Amen – La Parola che salva

Commento al brano del Vangelo di: ✝ Lc 10,13-16

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