Dio ti viene a cercare, sempre. Là dove te ne sei andato, là dove ti sei smarrito. Non necessariamente perché sei un grande peccatore, di solito siamo mediocri anche nel peccare, ma perché la vita ci distrae, ci mette alla prova, ci allontana da noi stessi e dagli altri. Smarriti, cioè confusi, passivi, rassegnati, fatalisti. Bisognosi di qualcuno che ci cerchi, che ci prenda, che ci salvi.
E Matteo, riprendendo l’evangelista Luca, aggiunge: se riesce a trovarla. Non è scontato trovarci, Dio non è un rompiscatole persecutore, non impone mai la sua presenza, sa fare un passo di lato, si ferma, se necessario. Siamo smarriti, ma non ancora perduti perché qualcuno ci cerca perché ci ama. E se ci trova, se ci facciamo trovare, se lo lasciamo fare, se ci lasciamo amare, allora lo smarrimento non diventa perdizione.
Vienimi a cercare, Signore, perché mi sono perso. Perché sono smarrito ma non voglio perdermi, perché ho scoperto che sono prezioso ai tuoi occhi.
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