Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 6 Aprile 2021 – Gv 20, 11-18

Perché piangi? Di cosa ti lamenti?

Cosa appesantisce il tuo cuore, cosa ti impedisce di essere felice della presenza del Signore risorto? Maria è talmente prigioniera del suo dolore, la perdita del suo amato Maestro, da non accorgersi che egli è vivo e gli sta di fronte. Anche noi corriamo il rischio di enfatizzare il nostro dolore, di farne un idolo, un monumento.

Anche noi corriamo il rischio di essere talmente schiacciati dalla sofferenza da non poterne fare a meno. E il Signore risorto, splendido, il nuovo Adamo, il giardiniere del nuovo creato, ci accompagna a chiamare per nome e cognome il nostro dolore per poi liberarcene ed abbandonarlo, per lasciarlo andare.

La gioia cristiana è una tristezza superata, la consapevolezza che niente ci può veramente separare dall’amore di Cristo. Come Maria, forse, dobbiamo alzare lo sguardo, superare lo sconforto per ascoltare il nostro nome pronunciato come Dio solo lo sa pronunciare…

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