Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 5 Ottobre 2022

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Commento al brano del Vangelo di Lc 11, 5-13

Gesù parla della preghiera come un maestro, perché la sua vita ruota intorno al dialogo intimo, intenso e amorevole col Padre. E ci insegna a pregare passo-passo, partendo dall’essenziale, e la prima cosa da definire è capire chi stiamo pregando.

Perché spesso le nostre preghiere non ottengono risultato semplicemente perché sbagliano indirizzo, perché sono rivolte a un dio che non esiste, una specie di potente da corrompere, da blandire, da convincere finché ci aiuti, ci assecondi, ci esaudisca.

Ma non è così, dice, il Signore, certo, occorre prendere consapevolezza che la preghiera è come il pane che ci manca, come il cibo che non riusciamo a condividere, ma Dio, ammonisce Gesù, non ci esaudisce per sfinimento. Sa di cosa abbiamo bisogno, se davvero lo frequentiamo conosce le nostre necessità.

Spesso la nostra preghiera non viene esaudita perché non è rivolta ad un padre amorevole. Spesso Dio permette che cresciamo nella consapevolezza di cosa veramente ci sia necessario. Spesso prendiamo coscienza, pregando, che in fondo ciò che stiamo chiedendo lo possiamo fare noi.

Alla base della preghiera, dice il Signore, c’è uno sguardo amorevole e fecondo.

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