Commento al brano del Vangelo di Lc 11, 1-4
Le conosciamo, le preghiere, almeno le principali, almeno quelle per un un defunto o quando ci troviamo davanti ad un pericolo imminente. Parole mandate a memoria da bambini e ripetute come una filastrocca, poi riposte nel cassetto della devozione da aprire in rare occasioni.
Magari un segno di croce prima di dormire e un’avemaria biascicata perché non si sa mai. Ma no, spesso, non sappiamo veramente pregare. Sappiamo le preghiere senza conoscere cosa sia davvero la preghiera, quella che spingeva Gesù a svegliarsi nel cuore della notte, solo, per appartarsi e dialogare col Padre.
Perciò i discepoli, e noi, rimaniamo colpiti, turbati: perché la preghiera, vedendo pregare Gesù, può essere qualcosa di diverso da quella cosa noiosa che immaginiamo. Perché capiamo che in quella preghiera Gesù trova tutta la forza e l’intimità per raccontare di Dio.
Allora, Signore, davvero, insegnaci a pregare.
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