HomeVangelo del GiornoPaolo Curtaz - Commento al Vangelo del 5 Marzo 2024

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 5 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mt 18, 21-35

Il tempo della quaresima è anche un tempo per ripensare il nostro rapporto con Dio e guardare con onestà e verità alle parti oscure delle nostre scelte e della nostra vita.

Esiste il peccato e ne facciamo esperienza, anche se il nostro mondo sembra averlo dimenticato e lo ha ridotto a una sorta di opinione: in realtà il peccato è ciò che ci distrugge, è male perché ci fa del male, è ciò che ci allontana dalla visione di noi stessi che Dio ha, come un capolavoro. Allora capiamo quello che Pietro chiede a Gesù: è possibile perdonare gli altri? E quante volte?

I rabbini, suoi contemporanei, dicevano fino a tre volte, che è già tanta roba; Pietro rilancia fino a sette e Gesù sbanca dicendo fino a settanta volte sette, cioè sempre. Siamo chiamati a perdonare il fratello sempre, semplicemente perché noi per primi siamo stati perdonati in maniera esagerata.

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E così l’assurda parabola di quel tale che doveva al proprietario, al padrone, quasi l’equivalente della ricchezza di un paese medio-piccolo, ma che non è capace di perdonare il suo collega che gli deve sei mesi di stipendio, è la ragione per cui siamo chiamati a perdonare sempre, semplicemente perché a noi è stato sempre perdonato. Il perdono è una delle peculiarità della fede cristiana.

Un perdono adulto, maturo, dato non perché siamo migliori e nemmeno per cambiare il cuore di chi perdoniamo ma per cambiare il nostro cuore. Un perdono spesso incompreso, che necessita della giustizia ma senza farla diventare un idolo.

Il perdono serve a chi lo dona più che a chi lo riceve e può davvero cambiare il corso degli eventi. Il mondo, oggi, è divorato dalla violenza e dall’egoismo e solo il perdono donato e accolto può cambiare il corso della Storia.

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Non c’è pace senza giustizia, certamente, ma non c’è giustizia senza perdono. Vogliamo allora diventare uomini e donne del perdono, capaci di perdonare noi stessi e gli altri e attingere continuamente a questa risorsa preziosissima che è il perdono sacramentale nella confessione.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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