Cerca sempre la pecora che si è perduta il Signore, lo sappiamo. E fa impressione vedere questo programma realizzato puntualmente nelle scelte operative di Gesù, scelte che ha fatto nonostante le feroci critiche che gli sono state rivolte dai devoti di tutti i tempi.
Ascolta “Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 5 Luglio 2024” su Spreaker.Diversamente dai rabbini suoi contemporanei, Gesù non si fa scegliere dai suoi discepoli, ma lui stesso va in cerca di discepoli. E la sua scelta scompagina i devoti: non ha paura di chiamare fra i suoi dei peccatori pubblici, persone invise e odiate come, appunto, il pubblicano Matteo.
Pubblicano: colui che appaltava le tasse per conto dell’odiato nemico romano, o che prendeva denari per conto dell’oppressore, dai suoi stessi fratelli di sangue. Temuti e visceralmente odiati, i pubblicani non avevano una gran vita sociale e ancor meno una vita religiosa.
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E Gesù sceglie proprio Matteo, spiazzando tutti, anche noi, che vorremmo nelle nostre parrocchie e fra i nostri preti solo i migliori, i più devoti, i più puri. Gesù non sceglie i santi per testimoniarlo, prende i peccatori e li rende santi, per manifestare al mondo la misura della sua grazia, l’abbondanza della sua misericordia.
Matteo parla di Matteo. Racconta il momento in cui ha lasciato tutto per incontrare Tutto. Ed emoziona il fatto che Matteo ne parli dopo decenni: non è stata l’illusione del momento, quel giorno, ma la scoperta di una vita. Il Signore usa le nostre esperienze per rendersi presente, le nostre vicende per colpire chi non crede.
Anche noi siamo stati chiamati dal Signore per fare esperienza di guarigione interiore e questa guarigione possiamo testimoniare, possiamo raccontare a chi incontriamo ogni giorno. La storia di Matteo ci commuove e ci incoraggia.
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La nostra storia può manifestare ad altri l’immensa tenerezza di Dio per l’umanità. Il Signore vuole la misericordia, non una fede basata sul sacrificio, sullo sforzo, sull’apparenza. La misericordia, la compassione, cioè, che si trasforma in salvezza, è ciò che ogni discepolo è chiamato a sperimentare e ad attuare.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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