È rimasto indietro, il Battista. Il suo compito si è esaurito. Ma non la sua spinta: ora sono i suoi discepoli, dopo essere andati a vedere, a diffondere la Parola come un buon contagio. Da bocca ad orecchio, da cuore a cuore, da vita a vita, il Vangelo dilaga fra amici, fra parenti, nello stupore di una scoperta.
Fra famigliari: Andrea conduce suo fratello Simone da Gesù (che bello pensare che possiamo ricevere l’annuncio anche dai parenti!); fra amici: Filippo che va a raccontare il suo incontro al rognoso Natanaele.
Quest’ultimo è un grande conoscitore della Parola: medita sotto un albero di fico, il cui frutto ricorda la dolcezza della Torà, e sa benissimo che da Nazareth non può venire niente di buono, altro che Messia, perché quel piccolo borgo mai viene citato nei libri sacri.
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Un uomo dal carattere spigoloso ma sincero. Come mi conosci? È interdetto Natanaele, non si aspettava che quel Nazareno, con una sola battuta, lo avesse inquadrato, dicendo di lui: ecco una persona sincera. Anzi, per dirla tutta, Natanaele, di solito, non era molto amato e pochi sapevano leggere, dietro le sue prese di posizione definitive e caustiche, un’anima limpida e pura.
Quel tale, invece, che pure aveva appena pesantemente criticato con Filippo cosa può venire di buono da quel buco di paese di Nazareth? — non si era offeso ma, anzi, lo aveva lodato. Come mi conosci? possiamo dire anche noi.
Perché veramente il Dio fatto uomo ci conosce, sa perfettamente chi siamo, cosa desideriamo, cosa facciamo. Davvero conosce e sa, rispetta il nostro carattere e, soprattutto, ci aiuta a tirar fuori l’aspetto positivo anche dai nostri difetti.
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Natanaele è un criticone; Gesù, invece, elogia la sua franchezza. Solo sul positivo possiamo cambiare, solo così possiamo superare le cose negative che ci spaventano, Come mi conosci? Gesù mi conosce perché, semplicemente, mi vuole bene e desidera davvero che il mio bene si realizzi.
Lasciamoci incontrare e cambiare.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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