Il Maestro ti manda a dire: farò la Pasqua da te con i miei discepoli. Farà la Pasqua da te, il Signore, se lo accogli. Da te che leggi, da te che hai preso in mano la tua vita di fede. E non importa quanto sia grande o in ordine la tua casa, non importa nemmeno se tu ne sia degno, se ne sia o meno pronto.
Verrà, il Maestro, credici. Questa Pasqua che ci accingiamo a vivere, in questo anno così particolare, in questo momento così drammatico, può davvero cambiare la tua vita, colmarla della presenza luminosa del Dio di Gesù. È sua l’iniziativa, è il Signore che desidera ardentemente abitare il tuo cuore, illuminare le tue scelte, orientare il tuo cammino: accoglilo, lasciagli condurre la tua vita, affidati, fidati.
È tempo di scegliere, di offrire la nostra stanza interiore affinché il Signore possa celebrare la cena, donarsi al mondo, avendolo amato fino alla fine Non così Giuda, che troppe volte abbiamo ridotto a macchietta, il “traditore”, e che, invece, rimane uno dei Dodici, che ha scelto di forzare la mano, di costringere Gesù a manifestarsi al Sinedrio.
Sciocco come siamo sciocchi noi, ciechi e sordi, incapaci di accogliere il progetto di Dio, anche quando non lo capiamo, che pensiamo di poter insegnare a Dio come fare. Ma non tutto è perduto: durante la cena Gesù parla a tutti del tradimento, senza accusare nessuno, senza mettere in difficoltà Giuda. Sono forse io? Chiede Giuda. Tu lo hai detto, risponde il Signore.
No, Giuda, non è detto, non è stabilito, anche se hai già concordato col Sinedrio e hai indicato loro dove trovare il Maestro in privato, per non suscitare scalpore davanti alla folla e tumulti. Tu lo dici, sei tu che lo decidi, nulla è determinato, Giuda, rimani libero, come siamo liberi noi, magnificamente liberi, drammaticamente liberi, sempre.
Ma sappi Giuda, che nemmeno il tuo voltafaccia, la tua delusione rabbiosa ti potranno definitivamente allontanare dall’amore infinito del Signore. Mai.
Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva“
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