In fretta le discepole abbandonano il sepolcro. Quante volte, invece, noi sostiamo compunti e devoti ai piedi dei sepolcri, di tutto ciò che ci impedisce di vivere e che pensiamo giusto e doveroso conservare, custodire, anche se contiene solo morte.
Quando la vita di fede è piatta, comatosa, insignificante, occorre abbandonarla. In fretta corrono a dare l’annuncio ai discepoli di quanto hanno visto: il loro cuore è in subbuglio, un tumulto di emozioni e di gioie. Sono divorate dalla santa ansia di raccontare quanto hanno vissuto. E così potremmo tornare ad essere nelle nostre comunità consumate dall’abitudine.
In fretta il sinedrio deve trovare una soluzione alla scomparsa del corpo del rabbino di Nazareth: non sia mai che qualcuno creda alla notizia che è resuscitato da morte! Meglio corrompere le guardie, in barba all’etica, alla verità, a Dio. Dai, allora, diamoci una mossa, scuotiamoci dalla nostra tiepidezza!
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