Non fu il Cristo ma nessuno ha saputo somigliargli tanto. I fratelli ortodossi lo chiamano il somigliantissimo ed è venerato, unico santo cattolico, per la sua immensa statura.
Frate Francesco poverello sorriderebbe della fama che lo circonda, lui che non voleva nemmeno fondare una congregazione religiosa, che chiedeva solo il permesso di vivere il Vangelo sine glossa, senza interpretazioni (quasi sempre riduttive), che chiedeva permesso di amare sorella povertà.
La sua regola consisteva in tre versetti di Vangelo e ci volle tanta pressione per convincerlo a scrivere una regola di vita… più regolare (la regola bullata) che tenesse conto del fatto che solo lui sarebbe riuscito a vivere quanto aveva letto nel Vangelo.
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Eccessivo in tutto: nelle scelte, nelle emozioni, nella sofferenza (quella fisica e, molto di più, quella spirituale), nella follia in Cristo, nella gioia, nella leggerezza. Ma soprattutto, un innamorato assoluto che ancora ci affascina per il suo radicalismo evangelico.
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