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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 4 Novembre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 14,12-14

Ovvio: amiamo chi ci ama, salutiamo chi ci saluta, ci è simpatico colui o colei a cui siamo simpatici. Ovvio: se organizzo una cena invito, se possibile, persone conosciute, e gradevoli, o, a volte, anche se non si dice, persone che mi possono portare un qualche vantaggio.

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Quante volte succede, nel nostro mondo, di scoprire di avere amici “interessati”, che ci offrono amicizia nella segreta speranza di avere qualcosa in contraccambio. Quante volte questa logica finisce col contagiare i rapporti famigliari, di chi deve dare un colpo al cerchio e uno alla botte per non offendere i suoceri, di chi invita le persone solo per sfoggiare la propria bella casa o le proprie abilità culinarie! Ovvio, normale, naturale. Ci sta.

E Gesù, birichino, aggiunge: al contrario, tu. Se, cioè, in qualche modo il Vangelo ha accarezzato il tuo cuore, lo ha sedotto, ti ha fatto pensare e credere che sia possibile un’altra vita, tu invece, al contrario, fai ciò che nessuno si aspetta. Ama anche chi ti sta antipatico, saluta anche chi ce l’ha con te o ti ha fatto del male, invita chi non potrà mai restituirti quella cena.

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Non farlo perché ti senti diverso, migliore, evoluto. Fallo perché sei amato e con quell’amore diventi capace di andare oltre le convenzioni, rendi nuove tutte le cose, come solo Dio sa fare. Non per tuo merito, ma perché il cuore deborda. Fallo, e rendi onore a quel Dio che ti ha invitato alla sua mensa senza sperare nulla in contraccambio.

Fai al contrario di ciò che tutti si aspettano tu faccia. L’amicizia è un dono prezioso, fatto di equilibri e di attenzioni, di simpatia, certo, ma molto di più di concretezza e di delicatezza, di silenzi e di presenza discreta e opportuna.

Abbiamo perso il senso della gratuità, il tempo è monetizzato, in segreto tutti pensano, sperano, immaginano, di avere un qualche tornaconto per la propria disponibilità. No, amici, facciamo in maniera diversa, amiamo gratis, come Dio, e facciamolo nella concretezza, dedicando del tempo in parrocchia, nel volontariato, solo per la gioia di amare.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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