HomeVangelo del GiornoPaolo Curtaz - Commento al Vangelo del 4 Giugno 2024

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 4 Giugno 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 12,13-17

L’odio nei confronti di Gesù è riuscito a mettere insieme due partiti inconciliabili: i farisei, che conosciamo per la loro rigidezza nell’applicare le norme religiose, e gli erodiani, che, come il re cui si ispiravano, utilizzava la religione per fini politici.

Gli uni strenui difensori dell’autonomia di Israele e nostalgici del regno di Davide, gli altri collaborazionisti dell’odiato Impero romano. L’obiettivo, per entrambi, è uno solo: mettere in difficoltà il profeta del Nord.

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Gli erodiani erano alleati dell’invasore romano e consideravano giusto pagare la tassa a Roma. Non così i farisei che lo consideravano un sopruso. La trappola tesa a Gesù è ben congegnata: si dimostrerà simpatizzante dei romani? Si dimostrerà un anarchico disobbediente?

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Quante volte, anche noi, ci confrontiamo con persone che fingendo di interessarsi alla nostra fede altro non desiderano che mostrare la loro presunta superiorità intellettuale e giocano con le parole per metterci in difficoltà! Ma Gesù non si lascia trarre in inganno: chiede ai farisei, che non dovrebbero tenerla, una delle monete romane con impressa l’effigie dell’imperatore.

Un palese atto di idolatria. Come spesso accade a parole siamo tutti integerrimi ma quando si tocca il portafoglio le cose cambiano… Il finale della trappola è quasi comico: Gesù chiede di pagare le tasse restituendo la moneta al legittimo proprietario di cui riporta appunto il ritratto. E ammonisce: non giochiamo con Dio, non giochiamo con Cesare!

Sappiamo distinguere i vari livelli senza confonderli o piegarli arbitrariamente l’uno all’altro. Diamo a Dio ciò che gli è proprio, senza fare di Cesare un dio o di Dio un servo. Così la nostra vita di fede orienta e feconda ogni nostra scelta, certo, ma non va svenduta per fini politici o di potere.

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Siamo capaci da soli a gestire la cosa pubblica, senza appellarci a Dio. Ma a Dio riconduciamo l’essenziale che è la nostra anima profonda. Capaci di interagire con Cesare, perdutamente innamorati di Dio.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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