Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 4 Giugno 2021 – Mc 12, 35-37

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Sono solo due piccoli versetti, apparentemente marginali, poco significativi e che, pure, ci spalancano un mondo. Gesù insegna a partire dalla Scrittura, riflette sull’identità del Messia, argomenta e mette in discussione i luoghi comuni sull’identità del Cristo.

Questi non può essere definito in maniera stringente “figlio di Davide” perché in un salmo Davide stesso lo chiama “Signore” e quindi lo considera superiore, non inferiore.

Gesù aiuta i suoi contemporanei, e noi, a ridefinire l’identità del Messia che è ben più della riproposizione del re Davide. Ma a noi questo brano racconta di come farsi ascoltare volentieri: parlando di cose che si conoscono, scrutando le Scritture, ponendo interrogativi.

Se troppe volte restiamo inascoltati è perché, semplicemente, non sappiamo comunicare, usiamo frasi fatte, concetti usurati. O, peggio, perché non abbiamo voglia di meditare la Parola e di lasciarla risuonare in noi.

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