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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 31 Ottobre 2024

Commento al brano del Vangelo di: Lc 13,31-35

Erode cerca Gesù. Fatto fuori un profeta, per sicurezza vuole sbarazzarsi anche del secondo, non si sa mai. Triga e complotta per restare a galla, il tetrarca, odiato e temuto dal suo popolo, pallida ombra di quel (folle) gigante che fu suo padre, ne sa imitare solo la ferocia intrisa però di inutile stupidità.

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Stupido come una volpe che, nel linguaggio biblico, è un animale disprezzato e pavido. No, non fugge il Maestro, non teme gli erodi di turno, non si lascia spaventare dalle minacce. Sa dove deve andare, sa che il tempo è segnato, è colmo di Dio, sa dove finirà la sua missione di vita.

Sa perché è tutto rivolto ad adempiere la volontà di Dio, non certo, come Erode, a maneggiare il briciolo di potere che detiene. È libero, il Signore, e coloro che pensano di essere temuti, come Erode, oggi li ricordiamo solo per avere incrociato malamente la vicenda del Signore.

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Dio ha un progetto di salvezza sull’umanità e nulla, mai, lo potrà fermare. E noi, se lo desideriamo, ne possiamo far parte.

Poi lo sguardo (dolente) si allarga alla città Santa. È dura, Gerusalemme, ingenerosa verso i profeti che la richiamano allo Sposo. È fonte di sofferenza per i tanti che hanno tentato di ricondurla a Dio. È violenta, Gerusalemme la Santa, perché chi la abita sa di abitare in un luogo straordinario, di essere nel centro del mondo, e si arroga il diritto di parlare in nome di Dio.

Gesù soffre per la sua Gerusalemme che non lo accoglie, che non accetta la novità dell’annuncio, tutta presa dal suo gigantesco tempio ricostruito, tutta assorbita dalla sua rinata e potente classe sacerdotale. Che bisogno c’è, ora, di un Messia?

Se ne sono andati i romani, la loro presenza è blanda. Ora la città è di nuovo importante: centinaia di migliaia di persone la raggiungono tre volte l’anno, come previsto dalla Legge. Piange Gesù, come un amante respinto, come un padre abbandonato. Ma andrà fino in fondo, lo sa. La città che uccide i profeti ucciderà anche lui, ma questa morte non sarà che l’inizio.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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