Ovvio: amiamo chi ci ama, salutiamo chi ci saluta, ci è simpatico colui o colei cui siamo simpatici. Ovvio: se organizzo una cena invito, se possibile, persone conosciute, e gradevoli, o, a volte, anche se non si dice, persone che mi possono portare un qualche vantaggio. Ovvio, normale, naturale. Ci sta.
E Gesù, birichino, aggiunge: al contrario, tu. Se, cioè, in qualche modo il Vangelo ha accarezzato il tuo cuore, lo ha sedotto, ti ha fatto pensare e credere che sia possibile un’altra vita, tu invece, al contrario, fai ciò che nessuno si aspetta. Ama anche chi ti sta antipatico, saluta anche chi ce l’ha con te o ti ha fatto del male, invita chi non potrà mai restituirti quella cena.
Non farlo perché ti senti diverso, migliore, evoluto. Fallo perché sei amato e con quell’amore diventi capace di andare oltre le convenzioni, rendi nuove tutte le cose, come solo Dio sa fare. Non per tuo merito, ma perché il cuore deborda. Fallo, e rendi onore a quel Dio che ti ha invitato alla sua mensa senza sperare nulla in contraccambio.
Fai al contrario di ciò che tutti si aspettano tu faccia.
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