Ha parlato lungamente, il Signore. Ha espresso il suo pensiero, che è pensiero di Dio, con parole semplici, comprensibili, in parabole. Ha spiegato, illustrato, motivato.
Ma, alla fine, non c’è ragionamento che tenga, non c’è sillogismo convincente, non c’è evidenza da accogliere con stupore. Ma lo stupore è scandalizzato da parte dei suoi concittadini. Da dove gli derivano tutte queste cose? Come le ha conosciute? Chi gliel’ha insegnate? È il figlio del falegname del paese, chi pensa di essere? Da dove?
Dal suo rapporto col Padre, dalla meditazione e la preghiera silenziosa e prolungata, dal suo cuore innamorato di Dio. Ma, per carità, la cosa più urgente è fare pettegolezzo da paese, fermarsi all’apparenza, far rientrare negli schemi abituali l’insolito e l’inusuale.
E così lo stupore diventa non apertura ma muro invalicabile.
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