Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 30 Gennaio 2023

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<<II mio nome è Legione!>>. Quando Gesù sbarca sull’altra riva del lago, quella dei pagani, viene assalito da un poveraccio che dimora fra le tombe, incatenato e tenuto a distanza. E indemoniato, ma all’epoca tutti gli atteggiamenti non spiegabili o le malattie inquietanti, come l’epilessia, erano attribuiti al demonio. E, annota Marco, il poveraccio abita in un cimitero, si percuote con delle pietre, grida giorno e notte e si fa del male.

Quando continuiamo a darci addosso, ci giudichiamo, ci carichiamo di sensi di colpa stiamo dando potere all’avversario, sembra dirci l’evangelista. E la cosa simpatica è che i suoi concittadini, come soluzione, lo caricano di catene e lo tengono legato! Appena vede il Signore, l’indemoniato gli corre incontro e gli chiede di non tormentarlo. Dio è venuto per rovinarci, Dio è un concorrente, un nemico alla nostra felicità) questo pensa quest’uomo, e molti, fra noi.

E, interrogato dal Maestro, dice di se stesso: io sono “Legione”. Legione! 6.000 soldati e 120 cavalieri! Ha ragione: siamo moltitudine, in noi abitano molti “me” , spesso in conflitto fra di loro. Esiste un “me” che cerca Dio, appassionato, leale, disponibile. Ma esiste un “me” feroce, giudicante, depresso, aggressivo. E a volte convivono nella stessa giornata, siamo tutto e il contrario di tutto, in noi combattono desideri, passioni, giudizi e atteggiamenti diversi.

Ma Gesù è venuto a fare unità, a mettere pace in noi stessi, a creare una maggioranza nel nostro parlamento interiore. Il problema non è avere atteggiamenti contrastanti, pareri diversi, talora incoerenti ma a chi stiamo dando potere! Trova pace, l’indemoniato, e Legione si trasferisce in una mandria di porci che precipitano nel lago, affogando.

La cosa non è molto gradita ai Geraseni che, oltre ad avere perduto un bell’investimento, sono turbati dal vedere l’indemoniato ragionare normalmente. Felici di vederlo guarito, per carità, ma a che prezzo! Forse è meglio che Gesù prosegua il suo percorso altrove…

Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva

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