Sfidano la notte, le ragazze. Sfidano il sonno che appesantisce le nostre anime, così indaffarate a farsi spazio nel caos cui abbiamo ridotto le nostre vite oberate e impaurite.
Sfidano le convenzioni di chi dice che non c’è nessuno Sposo da attendere e che uno Sposo non può essere così idiota da presentarsi nel cuore della notte. E che uno Sposo non permetterebbe mai ciò che stiamo vivendo. Ma può accadere di assopirsi, di stancarsi, di scoraggiarsi.
Accade anche agli apostoli al Getsemani. Accade anche ai migliori. Figuratevi a noi, figuratevi a me. Troppa stanchezza, troppo dolore, troppa fatica, e si lasciano i remi, e prevale lo sconforto. L’anima si assopisce.
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Allora, Dio lo conceda, arriva un grido. Un gallo che canta. L’eccitazione dei soldati inviati ad arrestare Gesù. Uno sconosciuto che ha intravvisto nella notte la venuta dello Sposo. Un grido, una Parola, un segno che ci scuote, ci risveglia dal sonno.
È lui, arriva, accoglilo. Osano, le ragazze, prendono la lampada, escono. Ma ad alcune manca l’olio. La durezza della risposta di cinque fra loro ci lascia perplessi. Ma hanno ragione: se dividessero il loro olio mancherebbe a tutte. Considerazione dura ma vera, sgradevole ma onesta.
Ci sono cose talmente intime che non sono condivisibili. E il sangue da prelevare per gli esami deve essere il mio. Non posso farmi trainare dagli altri nella fede. Cos’è, quell’olio? La parabola non lo dice. Ma brucia. Qualcosa che brucia e fa luce. Per tenere la lampada accesa nella notte dobbiamo ardere.
Desiderio. Curiosità. Inquietudine. Emozione. Amore. Passione. Fate voi. Solo le anime ardenti osano sfidare la notte. E ciò che siamo è unico e non può essere facilmente condiviso. Come si potrebbe? Possiamo seguire un guru, possiamo frequentare una parrocchia, un gruppo di amici credenti convincenti.
Ma, alla fine, solo io posso sapere e decidere se alimentare la lampada. Sono solo di fronte a Dio. Io e lui. Faccia a faccia. Cuore a cuore. Verrà il Signore. Viene.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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