Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 30 Agosto 2023

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C’è un dentro e c’è un fuori. Normalmente siamo tutti particolarmente attenti al “fuori” , a come ci presentiamo, come veniamo considerati, come siamo giudicati. Non soltanto dal punto di vista estetico (ed è bene coltivare anche il proprio aspetto fisico senza che questa cosa diventi un’ossessione), ma anche dal punto di vista etico, morale: siamo appesi al giudizio delle persone, sempre spaventati dal prendere un voto negativo.

Solo che, troppe volte, il “fuori” è apparenza senza sostanza, soprattutto nelle cose riguardanti Dio e la fede. Come se Dio, in verità, non ci fosse, come se non vedesse, come se non conoscesse ogni nostro più recondito ambito, ogni nostra sfumatura. Il Dio che Gesù è venuto a raccontare non sopporta le belle mascherine, non sa che farsene delle false immagini di noi stessi.

Preferisce peccatori onesti a santi ipocriti. Purtroppo, con il passare dei secoli nel cristianesimo è prevalsa la preoccupazione della morale a scapito dell’esperienza di fede facendo diventare il discepolato una sorta di accademia delle buone maniere, un club delle brave persone.

Quasi come se essere bravi fosse la condizione per poter diventare cristiani e non il fatto che scoprendoci amati cambiano le nostre priorità nella vita. Quanto appesantisce il nostro cammino la paura dei giudizi altrui, anche quelli sulla nostra correttezza morale. Gesù non ha scelto discepoli perfetti ma persone disposte a seguirlo nonostante e attraverso i loro limiti.

Dio ci vede come dei capolavori realizzati, il suo sguardo accende e trasfigura ogni fatica come accade nello sguardo dell’innamorato. E stiamo attenti a non fare come i contemporanei di Gesù che innalzano monumenti ai profeti che i loro padri hanno ucciso: la profezia va ascoltata e accolta ogni giorno senza volgersi al passato.

Anche se, come sappiamo bene la profezia spesso ci infastidisce. Come ci ha detto bene il Maestro: la verità ci rende liberi.

FONTE: Amen – La Parola che salva

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 23,27-32

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