Il rischio c’è, ad essere sinceri: quello di ridurre la fede a morale, a osservanza di regole e norme attribuite a Dio. Il rischio di stilare un elenco di atteggiamenti da avere per potersi pavoneggiare davanti agli altri, per sentirsi migliori o, almeno, non peggiori di chi ignora Dio.
Così la sensata e intensa norma del riposo sabbatico, data al popolo per ricordarsi che i figli riposano mentre gli schiavi lavorano, era diventata, col passare dei secoli, una sorta di trappola che entrava fin nel dettaglio dello stabilire quanti passi si potevano legittimamente fare in quella giornata.
Gesù richiama i farisei – e noi – al senso profondo di ogni norma presente nella Bibbia: ha senso osservarla perché conduce a Dio e a noi stessi e, oso dire, nella misura in cui conduce a noi stessi e a Dio. Gesù ci ricorda che non siamo schiavi di nessuno, nemmeno delle norme, e che, in lui, siamo signori del sabato.
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