Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 3 Settembre 2020

Ha bisogno della mia barca il Signore, come ha avuto bisogno della barca di Pietro per staccarsi da riva e poter parlare alla folla. Ha bisogno della barca della mia vita, anche se è un guscio di noce, anche se non è in grado di sfidare gli oceani, una piccola barca, una piccola vita che Dio usa per annunciare il Regno.

Ma perché ciò accada dobbiamo fidarci, affidarci, lasciare perdere le obiezioni. La pesca miracolosa che ne segue non è certo merito nostro ma opera dello Spirito che agisce in noi. Pietro è quasi spaventato da quanto accade, si sente indegno, si getta ai piedi di Gesù proclamandosi peccatore. Lo è certo, come lo siamo noi, ma a Dio proprio non importa. Se dovesse usare solo le barche dei santi e dei puri resterebbe per sempre a piedi!

Quanto valiamo agli occhi di Dio che ci chiede una collaborazione! Quanto ci stima e ci valorizza, forse più di quanto noi stessi siamo in grado di fare! Specchiandoci al suo sguardo benevolo e incoraggiante diventiamo capaci di tutto, di agire, di annunciare, di amare, di amarci. E ci scopriamo figli di una grande famiglia di altri uomini e donne che hanno messo la loro piccola vita a servizio del Regno.

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