Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 3 Gennaio 2020

Giovanni non riconosce Gesù. E lo ammette candidamente: è stato lo Spirito a farlo conoscere, a vedere dietro l’apparenza modesta di quell’uomo la presenza stessa di Dio. E la presenza mite e dolente di Dio, quella dell’agnello che viene condotto al macello.

Nascosto fra i penitenti, Gesù avanza per farsi battezzare, pur essendo senza peccato. E Giovanni è turbato da questo gesto. Dunque Dio è così? Così umile? Ora ha capito, ora è sazio, ora vive nella gioia la fine della sua missione.

Possiamo essere discepoli di lungo corso ed avere avuto molte esperienza forti di preghiera. Possiamo fare una mano in parrocchia, ed essere a servizio della comunità, o avere consacrato la nostra vita al vangelo come religiose o preti.

Ma, anche così, possiamo ancora non avere conosciuto pienamente il Signore. Abbiamo sempre da scoprire, sempre da imparare, sempre da diventare discepoli seguendo l’Agnello che porta su di sé il dolore e il peccato del mondo.

Gesù ancora chiede di nascere in me e l’anno che abbiamo davanti è l’opportunità che ho per scoprire ancora chi è Dio e chi sono io…

Fonte


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Ecco l’agnello di Dio.
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 1, 29-34 In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Parola del Signore

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