Non solo Maria di Migdal deve uscire dal proprio dolore. Anche quei due fenomeni che stanno scappando da Gerusalemme, sprofondati nel loro malumore, devono farlo.
Camminano spediti, fuggono dalla Città santa che uccide i profeti, e il risorto stesso cammina con loro, ma niente, sono talmente ripiegati su loro stessi da non capire, da non vedere. Si allontanano da Gerusalemme, dalla sorgente della loro (piccola) fede, dal cuore della loro esperienza.
Sono rimasti delusi, come capita a molti fra noi in questi difficili anni. Lo straniero attacca bottone: di cosa state parlando? Si fermano, scocciati: non si vede dal loro volto che sono depressi e sconfortati? E da dove viene questo forestiero da non sapere ciò che tutti sanno? Che il profeta Gesù è stato ucciso?
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Buffo: parlano della sua morte e Gesù sembra cadere dalle nuvole, perché è già oltre. Ed è bello questo Dio che si informa su come stiamo, che chiede, che ci ascolta anche quando siamo inascoltabili, tutti ripiegati sulle nostre (presunte) disgrazie.
Noi speravamo, concludono. La speranza declinata al passato, la più triste affermazione dell’intero vangelo. Il pellegrino li scuote, li invita ad alzare lo sguardo, rilegge tutta la storia alla luce della Parola.
Non sempre chi ti dà uno schiaffo ti vuole male e chi ti accarezza ti vuole bene. A volte Dio ci deve scuotere con forza per farci rinsavire. Sì, siamo sclerocardici, col cuore lento, zucconi, testoni. Ed è sempre la Parola che rilegge gli eventi, i fatti, le fatiche.
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La Parola che interpreta la vita. Ora bruciano i loro cuori e anche gli occhi si apriranno in quella locanda davanti al gesto visto tante volte, quello spezzare il pane che per i discepoli, da allora, è il segno del riconoscimento del Signore risorto.
Ora corrono, tornano indietro, scossi nelle fondamenta da quell’incontro, ora diventano testimoni, missionari, devono dire, devono raccontare quanto è loro capitato. O Risorto, cammina con noi, spiegaci le Scritture, scuotici quando sprofondiamo nella desolazione senza capire che tu sei vicino a noi.
FONTE: Amen – La Parola che salva – Il blog di Paolo
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