Non sono i sapienti, i saggi, i devoti, i primi della classe, i migliori ad accogliere la novità del Vangelo, macché. Gesù si rende conto, nel cuore del suo ministero pubblico, che l’idea di avvicinare e convertire scribi e dottori della Legge è miseramente naufragata.
Troppa abitudine, saccenteria, finanche arroganza impediscono, sul serio, a questi professionisti del sacro di accogliere le parole del falegname fattosi rabbino. E Gesù, invece di scoraggiarsi, scopre in questa disfatta l’opera del Padre che riserva i misteri del Regno ai piccoli e ai meschini. Ed esulta scoprendo questa novità.
Quanto abbiamo da imparare! Davanti alle nostre fatiche pastorali è tempo di meravigliarci della fantasia di Dio che mai fa mancare la diffusione della Parola. Impariamo anche noi a scrutare l’azione di Dio, il suo disegno che non coincide sempre con i nostri (sani e belli) progetti.
In questo tempo di mezzo in attesa del suo ritorno, il Signore continua a parlare ai cuori che si riconoscono mendicanti. Beati noi che lo abbiamo scoperto, beati noi che vediamo e ascoltiamo quanto, prima di noi, persone ben migliori di noi hanno desiderato vedere e ascoltare!
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