Verrò e lo guarirò. Poco importa che la richiesta sia fatta da un gojim, un pagano, uno straniero. Poco importa che a chiederlo sia un centurione romano, ufficiale dell’esercito oppressore nemico giurato di Israele.
È un uomo compassionevole che chiede aiuto per un servo trattato come un figlio. Ed è un uomo pieno di fede, che non si lascia intimorire. E garbato: non vuole che il Maestro si disturbi. Ha fede, tanta, sa come funziona fra superiori e soldati. E sa che quel rabbino comanda al male di andarsene. Guarisce, libera, risolleva.
Verrò e ti guarirò mi dice oggi il Signore. Da ogni paura, da ogni senso di colpa, da ogni peccato, da ogni ansia, da ogni tristezza. Verrà, il Signore, e sarà Natale nella mia vita, nella mia giornata, nel mio cammino. Verrà, il Signore, e noi, zoppicando, imitiamo la fede del Centurione, capace di stupire il Cristo.
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