Non risponde all’ennesima provocazione, il Signore. Non ci sta, è stanco, non vuole perdere tempo ed energie dietro a coloro che, pensandosi devoti, sono solo custodi ottusi di una religiosità morta e sepolta.
Chiedono timbri, titoli, autorizzazioni a colui che è stato inviato dal Padre per sciogliere il popolo dal giogo di una religiosità imbrigliata in mille, a colui che è venuto a restituire la libertà di amare ai credenti di ieri e di oggi.
E argomenta: risponde a domanda con una domanda, come facevano i rabbini per invitare i discepoli a trovare loro la risposta. Se la sua autorità è messa in discussione allora cosa pensare di quella del Battista? Tacciono, i tronfi, i saputelli. Odiano il Battista che li ha messo in difficoltà ma temono il giudizio del popolo che lo ama.
Allora svicolano, come solo i pavidi danno fare: forti con i deboli e deboli con i forti. Non facciamo lo stesso errore, non arroghiamoci il ruolo di dispensatori di patentini di cattolicità e ortodossia…
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