Gesù si rende conto che la strategia che oggi diremmo “pastorale” che ha portato avanti, ha assunto una piega completamente diversa. Si aspettava, come era logico aspettarsi, di potersi confrontare con persone preparate, con gli scribi, studiosi della Scrittura, e con i rabbini, studiosi della dottrina.
E, invece, con amarezza, ha dovuto constatare che sono i piccoli e i poveri a dargli retta, quelli che con cuore semplice accolgono con gioia il vero volto di Dio. E invece di rammaricarsi per gli scarsi risultati, si apre alla comprensione di qualcosa di completamente nuovo e diverso: si stupisce del Padre che spiazza tutti i nostri ragionamenti, che riserva i segreti del Regno ai piccoli e ai poveri. Proprio come è accaduto nell’Italia medievale, radicalmente cristiana eppure rissosa e violenta.
Chi doveva capire e agire, il Papa, i vescovi, i religiosi, erano troppo indaffarati a gestire le beghe, i denari e a spartirsi il potere. Così lo Spirito, che spesso agisce in questo modo, davanti ai disastri degli uomini è intervenuto inviando una piccola del Regno, illetterata e marginale, una donna. Eppure è una donna di fuoco, Caterina, determinata al punto da rifiutare, a soli 12 anni, qualsiasi tentativo da parte dei suoi genitori di darla in sposa.
Sarà lei a spuntarla vestendo l’abito del terz’ordine domenicano, cosa inusuale visto che normalmente era vestito da vedove anziane. E da mantellata lei, che non sa nemmeno leggere e scrivere, riceve intellettuali, artisti, nobili, ecclesiastici che ne restano affascinati. La sua conoscenza della Parola, meditata e pregata, il suo amore per i poveri e la sua risolutezza tutta femminile e tutta toscana la porta a rimbrottare il Papa che prolunga il suo esilio ad Avignone.
Una figura spettacolare, intensa, vera, che richiama la nostra Chiesa, ancora troppo legata a paradigmi maschili, ad aprirsi sul serio, al carisma femminile. E Caterina, dottore della Chiesa illetterato, richiama tutti noi al fatto che non occorrono lauree in teologia per diventare santi.
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 11, 25-30
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