Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 29 Agosto 2019

Viene ucciso, il più grande profeta che mai abbia calpestato la terra. Sai che novità. È vissuto nel deserto, lontano dai pericoli di un mondo in cui non si riconosceva, lontano dalle forme politiche ed estremiste, anche religiose, dei suoi contemporanei.

Battezza nei pressi del mar Morto, non lontano dalla comunità essena, ma non si riconosce nella loro setta chiusa e apocalittica. È consumato, il profeta, divorato da quel fuoco che illumina e riscalda, la passione degli innamorati di Dio, che inesorabilmente consuma e uccide. Eccolo il profeta, stordito dal digiuno e dall’ascesi, bruciato dal sole del deserto e dal vento che approfondisce i solchi delle sue rughe, e amplifica la sua eroica solitudine.

Ha dato tutto, è stato voce prestato alla Parola, è stato dono e gioia per gli uomini. Ed un re pavido, idiota, succube della seduzione femminile e dei suoi stessi pruriti, lo fa incarcerare e uccidere, per colpa di una promessa fatta ad una disincantata adolescente che ostenta le sue grazie. Onore a te, Battista, onore alla tua profezia.

Onore a tutti voi, profeti uccisi dal potere di ieri e di oggi, onore a te Signore, che affidi la tua Parola a uomini come noi!

Fonte

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«Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6, 17-29

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.

E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Parola del Signore

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