Erode è confuso. Di suo, certo, non essendo proprio astuto come il padre. Ma ora è ancora più confuso dalle notizie che gli giungono e che riguardano il Nazareno che la devozione popolare identifica in Giovanni Battista. Non sa cosa pensare e vuole vederlo. Il Battista lo ha fatto uccidere lui, come è possibile che sia risorto? Cos’è questa storia?
Così avviene ai tanti Erode di ieri e di oggi, convinti di essere i dominatori dell’universo, certi di tenere tutto sotto controllo, fieri del loro piccolo potere, della posizione raggiunta anche a costo di qualche sacrificio e di qualche azione eticamente discutibile. Poi arriva uno come il Battista, uno come Gesù, e tutto viene stravolto, ribaltato. Le certezze scompaiono e i dubbi fioriscono come i prati in primavera.
Lasciamo perdere il piccolo Erode che c’è in noi, smettiamola di essere ossessionati dall’apparenza, abbandonando le nostre certezze piccine. A saper leggere la storia, a volerle dare un qualche senso, una chiave di lettura, possiamo con uno sguardo di Fede, notare proprio questo: la logica di Dio riesce sempre a superare gli ostacoli e le difficoltà create da coloro che a lui si sostituiscono.
Nessuno fra noi si ricorderebbe di Erode se non avesse fatto uccidere Giovanni Battista. Dio non interviene nella storia come vorremmo, attraverso azioni eclatanti, punendo i malvagi e premiando i giusti. Spesso restiamo attoniti e perplessi di fronte al dilagare delle ingiustizie e della violenza.
Dio ha creato l’universo e ha affidato la terra alle nostre mani in piena libertà, convinto, almeno lui, del fatto che siamo capaci di gestire il giardino che ci ha affidato. Purtroppo non è così. Ecco allora che uomini apparentemente marginali e insignificanti come Giovanni Battista, come noi, rivivendo con intensità la propria ricerca di Dio fanno la differenza.
A noi la scelta: lasciar strillare e dare mano libera al piccolo Erode che abita in noi, oppure lasciare che la Parola ci plasmi e ci faccia diventare testimoni?
Paolo Curtaz
FONTE: Amen – La Parola che salva
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Lc 9,7-9
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