Sale a Gerusalemme per la prima volta, il Signore, secondo l’evangelista Marco. E subito, al calare della sera, entra nel tempio. Con un solo sguardo capisce. Quella religiosità , quel culto, quella ritualità , sono come un bell’albero di fichi che non porta frutto. Tante foglie, tanta apparenza e niente di più.
Una religiosità sterile rappresentata da quel fico che, drammaticamente, secca. Non per la maledizione del Signore, ma per l’inutilità della sua funzione. Ed è il rischio di ogni tempio, di ogni liturgia, di ogni manifestazione di fede: quella di diventare alberi sterili, fatti di tante belle foglie ma che non nutrono.
Lasciamo che il Signore entri nella nostra vita di fede e ribalti i tavoli del mercanteggiare con Dio, lasciamo che butti per aria ciò che non fa del nostro rapporto con Dio un evento di bellezza e di verità ! Facciamo in modo che la nostra preghiera, il nostro culto, porti frutti di benedizione e di vita!
Fonte | LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO DEL GIORNO